La società europea dell'alto Medioevo

 

LA POPOLAZIONE NELL'ALTO MEDIOEVO

 


 

 

Fra il VI e il VII secolo la popolazione europea subisce un brusco calo demografico provocato dalle guerre e dai flagelli naturali. 
 
 
Nei secoli seguenti, fino al 1347, anno della peste nera, si verifica un saldo demografico molto positivo che evidenzia un miglioramento delle condizioni sanitarie e l’aumento della produttività della terra.
 
 
Tra il X e il XII secolo si attua un intenso disboscamento dell’Europa a nord delle Alpi e dei Pirenei: i contadini dei villaggi ampliano i loro campi coltivati invadendo le foreste contigue, oppure, in cerca di terre da coltivare, colonizzano le pendici dei monti; altrove si sfruttano le terre per iniziativa di signori o monasteri.
 
 
Si innovano i sistemi di produzione agricola: si adotta l’aratro pesante, viene introdotta la rotazione triennale dei terreni, i gioghi degli animali vengono perfezionati per sfruttare meglio la loro forza; si diffonde l’uso del cavallo che copre in pochi giorni lunghe distanze. Si afferma il mulino ad acqua per macinare i cereali e nel XII secolo appare quello a vento che, però, avrà larga diffusione solo nel XV secolo.
 
 
 

 
Nelle grandi proprietà terriere si mantengono i modelli di gestione ereditati dall’età antica che si identificano attraverso due forme di sfruttamento: la conduzione indiretta di una parte delle terre, affidate ai coloni, e la conduzione diretta che si attua nella riserva padronale mediante l’impiego di manodopera servile.
 
 
Dopo il 1200 la servitù della gleba regredisce o si presenta solo sporadicamente.
La maggiore disponibilità di derrate alimentari favorisce la crescita della popolazione, il sorgere di nuove città e l’ampliarsi di quelle già esistenti. L’economia delle città controlla quella del contado circostante.
 
 
LO SVILUPPO DEGLI SCAMBI COMMERCIALI
 
 
 
 
 
 
Fino al XII secolo circa gli scambi commerciali utilizzano soprattutto le vie d’acqua: in quest’epoca, infatti, i passi alpini sono agibili solo in minima parte. Lo sviluppo dei mercati, anche se dislocati su base locale o regionale, denota la maggior vitalità che anima l’economia europea. 
 
 
In questa fase il denaro ha ancora un ruolo marginale, prevalendo il baratto e gli scambi in natura. Laddove però si affermano le manifatture, i traffici marittimi e le tassazioni in denaro, nascono i primi embrioni di mercantilismo finanziario.