Leonardo da Vinci, la vita

 

 


 

LA VITA 

 

Nel borgo di Vinci, situato tra Empoli e Pistoia, il 15 Aprile 1452 nasce Leonardo, destinato a diventare il paradigma del genio italico. 

A sedici anni entra nella bottega di Andrea del Verrocchio. Nel 1480 fa parte del gruppo di artisti riuniti attorno a Lorenzo il Magnifico, ma ben presto lascia Firenze per Milano, dove si presenta al Duca Ludovico Sforza come uomo di scienza, ingegnere e ideatore di macchine belliche. L’eclettismo di Leonardo è la cifra distintiva del suo genio e incarna lo spirito universalista della sua epoca: il Rinascimento.




GLI SCRITTI

 

Alla morte di Leonardo, avvenuta nel 1519 ad Amboise in Francia è il suo discepolo Francesco Melzi a ereditare tutti i codici manoscritti del maestro. 

Melzi riporta i codici in Italia, ma quando muore, nel 1570, con suo figlio Orazio comincia la dispersione dei testi. 

La collezione più ampia di fogli leonardiani è costituita dal Codice Atlantico, una raccolta miscellanea di 1750 unità, tra fogli e frammenti riuniti dallo scultore Pompeo Leoni. 

 

 

 

Vi si trova la più ricca documentazione dei suoi contributi alla scienza meccanica e matematica, all'astronomia, alla geografia fisica, alla botanica, alla chimica e all'anatomia. 

Disegni di strumenti di guerra, macchine per volare, dispositivi meccanici insieme a progetti architettonici e urbanistici che Leonardo non poté portare a termine, ma anche la registrazione dei suoi pensieri attraverso favole e meditazioni filosofiche.

 


 

LEONARDO A FIRENZE

 

Era il 1504 e a Firenze giunge Raffaello Sanzio, giovanissimo, ma già eccelso, secondo il racconto vasariano richiamato dalla fama dei cartoni di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, quelli preparati in vista della decorazione della Sala Grande di Palazzo Vecchio con la Battaglia di Anghiari e la Battaglia di Cascina. 

Leonardo era tornato nel 1503, dopo un’assenza ventennale in cui era stato al servizio di Ludovico il Moro a Milano. A Firenze aveva cominciato i suoi studi, presso la bottega del Verrocchio e proprio le opere della sua giovinezza, dai primi passi autonomi nel mondo dell’arte al momento della partenza, sono custodite agli Uffizi.

 

Breve visita agli Uffizi con Leonardo

 

Entrando a sinistra troviamo il Battesimo di Cristo, eseguito per la chiesa di San Salvi nel 1475-78, anni in cui l’artista ancora collaborava con il Verrocchio; sulla parete di fronte è esposta l’Annunciazione, proveniente dalla chiesa di Monteoliveto, mentre al centro della sala si ammira l’Adorazione dei Magi, commissionata dai canonici regolari agostiniani per la chiesa di San Donato a Scopeto, e lasciata incompiuta al momento in cui Leonardo partì per Milano, nel 1482. Sarà ora possibile ammirarle nella nuova collocazione, nella sala 35 dell’ala di ponente degli Uffizi, in omaggio ad un ritrovato rispetto per il principio narrativo cronologico della Galleria.

 


 

 LEONARDO A MILANO



1482. Leonardo da Vinci arriva a Milano, è in cerca di gloria e di fama, e trova il suo mecenate in Ludovico Sforza, detto “il Moro”.

 

 

 

 Leonardo dipinge La vergine delle rocce per una Confraternita. In seguito, per Ludovico il Moro progetta macchine militari e dipinge quadri come il Ritratto di Musico, il Ritratto di Dama e La dama con l’ermellino e l’affresco del Cenacolo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. 

 


 

Il 13 gennaio 1490 rimane memorabile la sfarzosa Festa del Paradiso che Leonardo è incaricato di organizzare al Castello Sforzesco per le nozze di Gian Galeazzo, nipote di Ludovico il Moro, con Isabella d’Aragona, nipote del re di Napoli. 

 

 


 

Una festa con danze, musiche e con una rappresentazione teatrale tese a esaltare le virtù della sposa, con un imponente allestimento scenico curato da Leonardo su versi di Bernardo Bellincioni, poeta di corte.

 


 


 

 

 

 

LEONARDO IN FRANCIA

 

Dopo di allora lo troviamo di nuovo a Firenze, Milano e infine a Roma. Nel 1517, traslocò per l'ultima volta, ad Amboise (Francia), dove il re Francesco I lo nominò "primo pittore, architetto e ingegnere reale". Il sovrano gli conferì uno stipendio annuo di un migliaio di scudi e vitto e alloggio nel maniero di Cloux (oggi Clos-Luce) oltre a un'ammirazione confinata.

La felicita durò solo due anni. Ammalatosi, vecchio e malconcio, morì otto giorni dopo aver fatto testamento: era il 2 maggio 1519. Venne sepolto dove aveva chiesto, nella vicina cappella della chiesa di Saint Florentin. E qui si consuma l'ultimo mistero del genio toscano. Probabilmente i suoi resti andarono persi durante la ribellione calvinista del 1560, ma nel 1863 il poeta francese Arsene Houssaye convinse tutti di averli rinvenuti tra le rovine della chiesa, insieme a tre frammenti di una lapide, con le scritte parziali "INC", "LEO" ed "EU DUS VINC". Quelle ossa oggi si trovano nella vicina cappella di Saint-Hubert: ma si tratta davvero delle sue spoglie? "La verità è figlia del tempo", ha scritto Leonardo da Vinci.