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L'Eneide





L'ENEIDE


L'autore

Virgilio nacque ad Andes nel 70 a.c. vicino all’odierna Mantova. Ciò che sappiamo sulla sua vita lo abbiamo appreso dalle testimonianze altrui. Virgilio è forse l’autore più famoso della letteratura latina. 
La sua fama si deve al prestigio che ebbe la sua figura durante il Medioevo come si può facilmente vedere nella Divina Commedia di Dante Alighieri in cui compare come la guida del poeta fiorentino nell'Inferno e nel Purgatorio.




 
Virgilio scrisse il poema per eccellenza della civiltà latina: l’Eneide
La famiglia del poeta non è particolarmente abbiente. Il padre è un piccolo proprietario terriero e manda il figlio a Cremona e poi a Milano dove studia grammatica e retorica (l'arte di saper parlare bene) indispensabile per intraprendere la carriera forense (per diventare avvocato). Virgilio tuttavia non si sente particolarmente adatto al foro e si appassiona alla filosofia (la ricerca della comprensione del senso delle cose). Questo cambiamento avviene durante il suo trasferimento a Roma e si consolida durante il lungo soggiorno a Napoli, sua città per elezione.
Virgilio segue l’epicureismo, una filosofia introversa che si concentra sul perfezionamento della propria interiorità.
Un passaggio importante della vita di Virgilio riguarda la decisione dell'imperatore Augusto di ridistribuire le terre ai veterani di guerra come promesso al termine della battaglia di Filippi che chiude le guerre civili. Le città che furono particolarmente vicine ai cesaricidi, come Mantova e Cremona, videro un esproprio di massa. Il podere di famiglia viene dunque sottratto a Virgilio che ne parlerà nelle Bucoliche e nelle Georgiche.
Virgilio si reca invece in Grecia per documentarsi su Enea, ma durante il viaggio di ritorno muore appena sbarcato a Brindisi nel 19 a.c






Le opere di Virgilio 

Grazie alle Bucoliche (39-42 a.c.) Virgilio ottiene un grande prestigio che gli consente di entrare a far parte del circolo di Mecenate, un nobile molto ricco che sosteneva l'imperatore Augusto tramite un gruppo di letterati. 






Virgilio ha dunque l’avvenire assicurato e può procedere spedito nella sua carriera di poeta. Le Georgiche (38-29 a.c.) furono scritte dunque rispecchiando la visione augustea. In quest’opera c’è un'esaltazione del mos maiorum (il costume, le buone abitudini degli antichi romani) e della politica dell'imperatore.




L'Eneide, l'opera più importante di Virgilio
L’opera principale di Virgilio, come detto, è l’Eneide che è un’esaltazione della figura di Augusto. Le aspettative su quest’opera erano grandissime e l'imperatore voleva essere costantemente aggiornato sugli sviluppi dell’opera. Virgilio non avrebbe pubblicato l’opera perché imperfetta, ma Augusto ne affida la revisione a due compagni di studi di Virgilio, Mario Rufo e Tucca. L’opera sarà dunque pubblicata postuma nel 17 a.c.




 
L’Eneide è un’opera epica divisa in XII libri che Virgiliò curò per dieci anni dal 29 al 39 a.C. L’opera può essere divisa in due esadi (gruppi di sei libri).
L’aspetto interessante è il fatto che queste due esadi rispecchiano l’Odissea (libri I-VI) e l’Iliade (VII-XII). Nei primi sei libri Enea come Ulisse viaggia e percorre diverse terre. Una volta giunto nel Lazio c’è una guerra tra Enea e Turno. I troiani sfidano i rutuli che si oppongono alla formazione di una nuova città. Enea vince la guerra e fonda la città che poi diventerà Roma.



La trama in breve
Enea fugge da Troia in fiamme portando con sé il padre Anchise e il figlio Ascanio, mentre la moglie, Creusa muore durante la fuga.
Disperato, Enea si imbarca insieme ad altri troiani in cerca di una nuova terra. Il loro viaggio dura per 7 anni soprattutto perché Giunone (nemica di Enea) provoca terribili tempeste. 
Finalmente i profughi approdano a Cartagine (nel nord dell'Africa) dove Enea conosce Didone che si innamora perdutamente di lui. I troiani si trovano bene, il regno è molto ospitale e vorrebbero fermarsi, ma Enea insiste per partire perché sa che è in Italia che dovranno fondare un nuovo regno.
Dopo la partenza di Enea, Didone, disperata, si suicida con la spada dell'amato, maledicendolo per sempre e facendo giurare vendetta al suo popolo perché distrugga i suoi futuri discendenti (cioè i romani). Come molti altri eroi greci anche Enea, durante il suo avventuroso viaggio, deve discendere agli Inferi, dove incontra il padre Anchise, già morto, che prevede per lui la fondazione di un potente Impero (Roma).
Finalmente Enea arriva nel Lazio, dove governa il re Latino. Questi ha una figlia di nome Lavinia che deve sposarsi con Turno, capo di una banda di rivoltosi chiamati Rutuli. Tutto ciò era stato combinato nonostante un oracolo avesse profetizzato a Latino che un uomo venuto dal mare (Enea) avrebbe sposato sua figlia e avrebbe creato un impero.
Turno ed Enea si dichiarano guerra per la bella principessa (che preferisce Enea) e iniziano a combattere. Enea è aiutato da Venere (dea dell''Amore), Turno da Giunone (nemica di Enea).
Giove evita di schierarsi, e la guerra si prolunga per un certo tempo. Alla fine, Enea uccide Turno in battaglia e ottiene la mano di Lavinia.
Insieme fondano il regno che un giorno diventerà Roma.
 
Sfida titanica 








I passi celebri dell'Odissea





Canto VI - Nausicaa



Canto IX - Polifemo



Canto  XII - Le sirene


Canto XXI - La gara dell'arco 




Canto XXII - La strage dei Proci



Mappe concettuali









Sfida titanica
 


L'Iliade





L'ILIADE

L'Iliade narra le ultime vicende di Ilio (l'altro nome antico della città di Troia), impegnata a difendersi dall'implacabile assedio dei Greci (chiamati da Omero genericamente "Achei"), durato ben dieci anni. Una guerra nata per motivi economici fu trasformata dai poeti, gli aedi, in storia d'amore. Nella narrazione poetica i Greci attaccano la città di Troia per riportare Elena tra le braccia del marito Menelao da cui era fuggita per andare ad Ilio con il principe troiano Paride.


 

L'Iliade è divisa in 24 libri e comprende più di 15.000 versi. Il poema non narra tutta la storia della guerra di Troia, bensì le vicende che accadono durante 51 giorni al decimo e ultimo anno di guerra




Attraverso il racconto delle vicende dell'Iliade le comunità greche mantenevano il ricordo dei valori e delle credenze religiose che erano in vigore in un passato lontano e spesso mitico, popolato da eroi che avevano compiuto imprese grandiose. Attraverso l'epica, dunque, una civiltà mantiene viva la memoria delle proprie radici.




Anche se i racconti epici modificano ed ingigantiscono gli eventi storici attraverso la fantasia, rimane intatto un nucleo di episodi che possiamo considerare certamente reale. Grazie a questa convinzione, l'archeologo e studioso tedesco Heinrich Schliemann, portò alla luce, nel XIX secolo,  le rovine della città di Troia, con ancora visibili i segni degli incendi e delle devastazioni, dimostrando così che ciò che veniva narrato nell'Iliade traeva origine da fatti realmente accaduti.





  Sfida titanica
 

Docutalk - Cultura classica

 

 


 

 PRIMA PARTE

 


SECONDA PARTE

 



L'epica classica




L'EPICA CLASSICA

Che cosa significa il termine "epica"?

Con il termine epica, che deriva dal greco epos, "parola", si intende in senso più ampio una narrazione, un racconto. I poemi epici, infatti, celebrano in versi le imprese storiche o leggendarie di personaggi eroici. Spesso, in queste vicende, intervengono anche esseri soprannaturali e dei. 


In quali civiltà era diffusa l'epica?

L'epica era diffusa già nelle antiche civiltà orientali, per esempio in Mesopotamia, in Persia, in India; poi presso le civiltà del Mediterraneo (i Greci e i Romani) e anche presso altri popoli europei. 

Quali sono i poemi classici?

I poemi classici: l'Iliade, l'Odissea e l'Eneide, narrano rispettivamente le imprese di uomini, dei ed eroi legate in vario modo alla guerra di Troia; i viaggi di Ulisse prima di far ritorno alla sua terra; la ricerca da parte di Enea di una nuova patria. L'Iliade e l'Odissea furono scritte dal poeta Omero (probabilmente una figura mitica), mentre l'Eneide fu scritta dal poeta latino Virgilio

Quali sono le principali caratteristiche dei poemi classici?








 La questione omerica


Per molto tempo gli studiosi hanno ritenuto che i testi omerici fossero nati in forma scritta e che Omero fosse il loro autore. Nel corso del 1900, e in particolare in seguito agli studi di Milman Parry, si è compreso che essi ebbero origine oralmente e attraverso l'attività di numerosi cantori, gli aedi, di cui Omero è il simbolo.
 
 
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Il mito





IL MITO

La parola "mito" deriva dal greco mythos e significa: "parola storia". Con il termine "mito" si indica anche una persona o una cosa fuori dal comune, particolarmente ammirata per le sue qualità. 

I miti sono racconti fantastici, creati nei tempi antichi da popoli che tentavano di dare una spiegazione alla realtà che li circondava, dei fenomeni naturali, della vita e della morte. I miti possono quindi contenere la narrazione di fatti realmente accaduti, avevano un valore sacro e venivano trasmessi di padre in figlio. Possiamo dunque dire che, rispetto ad un racconto fantasy, il mito ha molti più autori




Le spiegazioni della realtà che oggi troviamo nella scienza e che consideriamo esatte potrebbero in futuro, in seguito a nuove scoperte, essere considerate dei miti.






Sfida mitica




 

Mitica

 

 

 

 

 

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Per approfondire

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 L'Iliade

 


 

I passi celebri dell'Iliade

 


 

I passi celebri dell'Odissea

 



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