Napoleone, l'ascesa

 

 

 

 

NAPOLEONE


Napoleone Bonaparte apparve come l’uomo capace di consolidare gli esiti della Rivoluzione francese: dopo la deludente esperienza del Direttorio, la necessità per i moderati dell’appoggio di un generale prestigioso, sconfitto in Egitto ma forte delle vittorie ottenute nella campagna d’Italia, fu la chiave che consentì al giovane corso di prendere il potere. Eccezionale comandante militare, con notevoli capacità di manovrare in modo coordinato ed efficace i diversi corpi d’armata costituenti i nuovi eserciti di massa, rapido e fantasioso nelle decisioni, abile nell’usare il fattore sorpresa e nell’organizzare i servizi informativi, dotato di notevole ascendente sui soldati, seppe con le sue vittorie divulgare le idee della Rivoluzione francese, ponendo le basi per un complesso e irreversibile mutamento culturale, politico e istituzionale del continente europeo. 

 

 

 



La stessa reazione al suo rigido dominio contribuì a rinsaldare i sentimenti nazionali in diversi Paesi, avviando così un processo che avrebbe segnato tutto il XIX sec.


L'ASCESA


Secondo figlio di Carlo Maria Bonaparte e di Maria Letizia Ramolino, originari della Corsica, come capitano d’artiglieria Napoleone si distinse nell’assedio di Tolone, liberando la città dagli Inglesi (1793). Nominato generale di brigata e sospettato di legami con i giacobini sotto il Termidoro, fu riabilitato e Barras gli affidò la repressione dell’insurrezione realista contro il Direttorio (5 dicembre 1795). Legatosi a Giuseppina Tascher de La Pagerie, vedova del generale Beauharnais, la sposò il 7 marzo 1796. Nominato generale in capo dell’armata d’Italia (2 marzo 1796), condusse la prima campagna d’Italia con fulminea rapidità, rivelando il suo genio militare alla testa di un’armata demoralizzata e scarsamente equipaggiata: attraverso una serie di vittorie (Cairo Montenotte, Millesimo, Lodi, Arcole, Rivoli) sugli austro-sardi, i Francesi entrarono a Milano (15 maggio 1796), favorendo poi la nascita delle repubbliche “giacobine” Cispadana e Cisalpina (dicembre 1796-maggio 1797). Bonaparte quindi prese Mantova (2 febbraio 1797) e occupò i territori veneti (maggio 1797), costringendo gli Austriaci alla Pace di Campoformio (17 ottobre 1797), da lui trattata scavalcando il Direttorio. Timoroso del suo crescente potere, il Direttorio allontanò il generale Bonaparte affidandogli la spedizione in Egitto, destinata a tagliare alla Gran Bretagna la rotta dell’India. 

 

 

 


 

Dopo gli iniziali successi (vittoria delle Piramidi sui Mamelucchi 21 luglio 1798), la distruzione della flotta francese a opera dell’ammiraglio Nelson ad Abukir (1 agosto 1798) compromise però la missione, bloccando la spedizione francese in Egitto.

 

 


 

LA PRESA DEL POTERE


Rientrato fortunosamente in Francia (9 ottobre 1799), con l’appoggio del fratello Luciano, di Sieyès, Talleyrand, Fouché e Murat, oltre che dei suoi fedeli granatieri, organizzò il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre 1799), con il quale abbatté il Direttorio e instaurò il Consolato, divenendo primo console. Da allora, Napoleone attuò la duplice opera di accrescimento del potere personale e di accentramento politico-amministrativo dello Stato, esautorando le assemblee legislative e rafforzando gli apparati esecutivi (creazione dei prefetti). 

  • Riorganizzò le finanze, la giustizia, 
  • Creò i licei, 
  • Creò la Legion d’onore, 
  • Creò la Banca di Francia, 
  • Fece promulgare un codice civile (il Codice Napoleonico), che segnò una tappa decisiva nel rinnovamento del diritto moderno. 
Ritornò quindi in Italia e, battuti gli Austriaci a Marengo (14 giugno 1800), li costrinse alla Pace di Lunéville (9 febbraio 1801), che riconobbe alla Francia l’influenza sulla ricostituita Repubblica Cisalpina e sulla riva sinistra del Reno. 

Con la Pace di Amiens impegnò l’Inghilterra (1802) a restituire le colonie occupate durante la rivoluzione. Con il concordato con la Santa Sede (16 luglio 1801) cercò di riconciliare al regime i cattolici. Fattosi proclamare console a vita (2 agosto 1802) e assunta la presidenza della Repubblica Italiana, Napoleone represse l’opposizione realista (complotto di Cadoudal, 1803), facendo giustiziare il duca d’Enghien (21 marzo 1804).


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