La decadenza dell'Impero ottomano

 

 


 

LA DECADENZA DELL'IMPERO OTTOMANO

 

Nella seconda metà dell’Ottocento, due grandi imperi, quello russo e quello austro-ungarico, si trovano, per motivi diversi, a espandersi nell’area sud-orientale dell’Europa. Questo evidenzia la decadenza dell’impero ottomano che si vede scalzare lentamente ma inesorabilmente dai suoi secolari domini, dimostrando di avere capacità industriali e militari del tutto obsolete. La crisi turca non è comunque recente: appariva già evidente nel Settecento, quando, nel giro di pochi decenni, Costantinopoli aveva perso tutti i ricchi territori ungheresi e del centro dei Balcani.
 

Da quella data la storia turca è un lento restringersi dei possedimenti sotto l’incalzare delle potenze europee e delle sorgenti rivendicazioni nazionali.
Nonostante questo, i domini turchi della seconda metà dell’Ottocento hanno ancora un’estensione  imponente, dalla Tunisia ai confini della Persia, e le loro dimensioni rappresentano una sorta di garanzia di sopravvivenza.
Infatti al congresso di Berlino del 1878 vengono, da una parte, decise le indipendenze di Romania, Serbia e Montenegro, ma dall’altra si giunge a una sorta di accordo fra le potenze di intangibilità dei territori ottomani per disinnescare una fonte di possibili, infinite crisi che avrebbero sconvolto gli equilibri europei.

 

 

 


 

Le risoluzioni del congresso permettono all’impero turco di sopravvivere ancora una trentina d’anni, ma non possono cancellare l’esistenza di oggettivi motivi di tensione. Nei Balcani, area dalle molte etnie e religioni e ora dai molti orgogli nazionali ma priva di confini chiari, le entità statali appena nate si scontrano sin da subito e sono guerre sanguinosissime e di particolarecrudeltà: la conflittualità balcanica non troverà mai sistemazione e ancora oggi è un tema ‘caldo’ della politica internazionale.
I domini asiatici e africani degli ottomani invece fanno gola a molte potenze coloniali: così la Francia dichiara il protettorato sulla Tunisia nel 1881, la Gran Bretagna interviene pesantemente in Egitto (1882), divenuto strategicamente fondamentale dopo l’apertura del canale di Suez, e l’Italia dichiara una guerra improvvisa e imprevista per impadronirsi delle province libiche della Tripolitania e della Cirenaica

 

 


Proprio questa azione evidenzia la fragilità della sopravvivenza ottomana: quando gli italiani bombardano Costantinopoli, Bulgaria, Serbia, Grecia e Montenegro aprono le ostilità e scacciano i turchi dal continente europeo (prima guerra balcanica).
Ne segue un nuovo conflitto (seconda guerra balcanica) fra i paesi vincitori da cui scaturirà la crisi che farà da detonatore per lo scoppio della prima guerra mondiale.