LA PROPOSIZIONE
RELATIVA
Le relative svolgono la stessa funzione dell’attributo o dell’apposizione nella frase semplice. Allo stesso modo dell’attributo o dell’apposizione, esse raccontano qualcosa sull’antecedente.
Le relative sono introdotte da un pronome o un avverbio (che, il quale, dove ecc.) che richiama l’antecedente della reggente all’interno della subordinata relativa.
Una relativa può anche non avere l’antecedente ed essere retta dai pronomi doppi chi, chiunque e quanto. I primi due corrispondono a ‘colui che’, mentre il terzo a ‘tutto ciò che’: chi arriva primo, vince un CD; chiunque abbia commesso il fatto, sarà dichiarato colpevole; quanto è stato detto sulla scuola è assolutamente sbagliato.
Le proposizioni relative sono introdotte:
- dal pronome invariabile che. Si usa come soggetto e come oggetto: ho comprato l’ananas, che ti piace tanto; la ragazza che ti ho presentato è mia sorella;
- dal pronome invariabile cui. Si usa esclusivamente come complemento indiretto preceduto da una preposizione (a, di, da, per, con ecc.): questo è l’ufficio a cui devi rivolgerti per presentare la domanda d’iscrizione; ti presento il mio amico Peter di cui hai sentito tanto parlare; questa vecchia penna, da cui non mi separerò mai, l’ho comprata quando ero bambina;
- dai pronomi il quale, la quale, i quali, le quali, variabili per genere e numero. Come complementi indiretti sono retti da una preposizione; vengono usati normalmente nel registro più formale o nella lingua scritta: ho visto l’assessore il quale mi ha confermato la sua disponibilità; hanno partecipato anche gli studenti con i quali avevamo già collaborato;
- dall’avverbio relativo dove (anche preceduto dalla preposizione da): avremmo bisogno di un posto dove poter parlare in santa pace; la città da dove vengo, Firenze, è visitata ogni anno da migliaia di turisti appassionati d’arte rinascimentale.
Le relative possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.
Relative esplicite
Le relative esplicite sono costruite con:
- l’indicativo, quando si vuole esprimere un fatto reale, certo: ricordo l’estate in cui siamo andati in Inghilterra;
- il congiuntivo, quando si vuole dare alla frase una sfumatura di eventualità, possibilità: vorrei farti un regalo che ti piaccia davvero; vorrei un dolce che abbia poche calorie;
- il condizionale, quando si vuole esprimere un desiderio: l’India è un Paese che vorrei visitare; questa è una faccenda che dimenticherei volentieri. Le relative (soprattutto quelle costruite con il congiuntivo) possono avere:
- valore finale: troveremo qualcuno che ti sappia insegnare il solfeggio;
- valore causale: ho pensato a te, che sei così bravo in matematica;
- valore consecutivo: non ci sono turisti in Italia che non vogliano provare la pizza;
- valore condizionale: chi volesse partecipare all’assemblea, deve farlo presente fin da ora.
Relative implicite
Le relative implicite si costruiscono con:
- una preposizione + cui o quale + infinito: questa è la banca alla quale ci possiamo appoggiare per la transazione; non trovo un amico con cui partire in vacanza;
- da + infinito: questa è la poesia da studiare a memoria (= che dobbiamo studiare a memoria); ho degli esercizi da fare a casa (= che devo fare a casa);
- l’avverbio relativo dove + infinito: cerchiamo una casa dove andare a convivere;
- a + infinito. In questo caso la frase relativa può avere come antecente un pronome numerale o indefinito (siamo in due a voler vedere un film di fantascienza; siamo in molti a pensarla nello stesso modo), gli aggettivi unico e solo (sei l’unica a prendere il caffè dopo cena), gli aggettivi primo, secondo, ultimo ecc. (siamo stati i primi a raggiungere la vetta).
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