LE PRIME TESTIMONIANZE DELLA LETTERATURA ITALIANA
Quando parliamo dei testi della letteratura italiana ci riferiamo solo agli scritti realizzati in latino volgare o in italiano volgare, cioè quell'idioma (diverso a seconda della regione) parlato dal popolo nella penisola italiana e divenuto poi un'unica lingua solo alla fine del XIX secolo. I libri scritti in latino classico (l'idioma che ha dato origine all'italiano parlato oggi) non fanno dunque parte della letteratura italiana.
I testi scritti in italiano, insieme a quelli scritti in spagnolo, portoghese, francese, ladino e rumeno, sono annoverati nella letteratura romanza
Per capire come il latino abbia generato le lingue romanze leggi questo post: Introduzione alla linguistica
Prime testimonianze
Il primo testo conosciuto della letteratura italiana, scritto in latino volgare, è definito l'indovinello veronese.
Si tratta di un breve testo vergato in carattere corsivo sul retro della pergamena conservata presso la Biblioteca Capitolare di Verona.
Questo brano risalirebbe alla fine dell’VIII-inizio IX secolo, costituendo così il primo testo volgare in romanzo e, probabilmente, anche la base della lingua volgare italiana.
Il brano così recita: “Se pareba boves, alba pratàlia aràba / et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba”; che tradotto significa: “Anteponeva a sé i buoi, bianchi prati arava, /e un bianco aratro teneva e un nero seme seminava”.
Quella che, a una prima traduzione letterale, può sembrare la
descrizione di una scena di campagna nasconde in realtà un secondo
significato, quasi un gioco enigmistico la cui soluzione, anche
divertente,potete provare a trovare...
LA LIRICA PROVENZALE
Le prime testimonianze della letteratura romanza vera e propria le abbiamo invece in lingua volgare francese. In Provenza, una regione nel sud della Francia alcuni giullari, detti trovatori, giravano di castello in castello cantando poesie di genere amoroso, civile e morale.
Cantavano l'ideale cavalleresco, cioè l'insieme delle azioni che dovevano essere svolte dai cavalieri per essere considerati tali. La donna amata viene rappresentata come un signore feudale a cui il cavaliere innamorato rivolge la propria totale fedeltà e devozione. Vediamo il filmato per capire meglio il tema dell'amore cortese (di corte) cantato dai trovatori.
LA POESIA RELIGIOSA
Tra i primi documenti della letteratura italiana troviamo testi di natura religiosa come il Cantico delle creature di S.Francesco d'Assisi o lo Stabat mater di Jacopone da Todi
LA POESIA DELLA SCUOLA SICILIANA
Gli autori dei componimenti non erano poeti di professione, ma giudici, notai, burocrati, funzionari statali o comunque uomini che per il loro lavoro compilavano atti pubblici in latino e pertanto conoscevano la lingua.
- era destinata alla lettura e non alla recitazione pubblica;
- era priva di accompagnamento musicale (diversamente dalla poesia dei trovatori);
- era scritta in siciliano “illustre” cioè un dialetto purificato dai suoi tratti più strettamente municipalistici. Vengono perciò utilizzati quei termini che fanno parte di una parlata standard, adatta per usi artistici;
- viene seguita una sintassi simile a quella latina;
- tratta del Fin Amor, come la poesia francese, ma con alcune prerogative proprie, ovvero la concentrazione sulle conseguenze fisiologiche e psicologiche dell’amore (interiorizzazione), la descrizione della donna amata che diventa sempre più convenzionale grazie all’ampio uso di topoi, ovvero luoghi comuni, e infine la spiritualizzazione del rapporto d’amore (amare una donna = amare Dio);
- si trattava di canzoni, canzonette e sonetti.
Il sonetto di compone di due quartine e due terzine di endecasillabi (versi di undici sillabe) e nasce dall’isolamento di una lassa della canzone.