Il dopoguerra e la conferenza di Parigi

 

 




IL PRIMO DOPOGUERRA IN EUROPA

 

 

Gli accordi di pace sanciscono la dissoluzione degli Imperi centrali e la contestuale formazione di nuove entità statali. Si calcola che oltre 250 milioni di europei vedono mutato da un giorno all’altro lo stato in cui vivono: mai l’Europa aveva conosciuto una ridefinizione deisuoi confini di tale portata e in un tempo così breve.
 

Alla conferenza di Parigi si confrontano due strategie: 

  • quella del presidente americano Wilson, di carattere democratico e pacifista, ma spesso astratta, che vuole il rispetto del principio delle nazionalità e prefigura strumenti nuovi per bandire la guerra  
  • quella punitiva, incarnata dalla Francia e dalla Gran Bretagna, che mira innanzitutto a penalizzare la Germania.

Oltre alla sottrazione dei territori conquistati negli anni precedenti,
nonché dei possedimenti coloniali, le potenze vincitrici impongono ai tedeschi gravose e umilianti clausole economiche (ingenti riparazioni per i danni di guerra) e militari (l’esercito tedesco non avrebbe dovuto superare le centomila unità, avrebbe avuto limitazioni nelle armi a disposizione e l’intera area della Renania avrebbe dovuto esseresmilitarizzata). In futuro tutto questo avrebbe avuto una pesante influenza negativa sul quadro
politico tedesco ed europeo.


 

Gli Stati Uniti, dopo essere riusciti a far nascere la Società delle Nazioni, come organo di controllo sul rispetto dei trattati e di mantenimento della pace, non vi aderiscono, scegliendo una politica isolazionista.
 

 

 

 

Intanto nella Russia rivoluzionaria divampa la guerra civile che contrappone le armate bianche, controrivoluzionarie, all’Armata rossa, espressione del partito bolscevico. In tali circostanze di estrema difficoltà ed emergenza, Lenin proclama la dittatura del proletariato e avvia una campagna di nazionalizzazione del sistema industriale e di collettivizzazione delle campagne 


LA NASCITA DEI TOTALITARISMI