Luigi Pirandello

 

 


 

LUIGI PIRANDELLO

 

Luigi Pirandello (1867-1936), nato a Girgenti, l’odierna Agrigento, fu educato in un clima di impegno politico segnato dalla delusione per l’insoddisfacente esito morale, civile ed economico delle vicende risorgimentali

Dopo gli studi liceali a Palermo, si iscrisse contemporaneamente alle facoltà di legge e di lettere. Scelti gli studi letterari, si trasferì a Roma, ma nel 1889 si iscrisse all’università di Bonn, dove nel 1891 si laureò in filologia romanza. Il soggiorno in Germania lo mise in contatto con le problematiche della cultura europea e lo accostò ai narratori romantici tedeschi. 


 


Tornato in Italia nel 1892, si stabilì a Roma e, col sostegno economico del padre, poté dedicarsi completamente alla letteratura, incoraggiato in ciò anche da L. Capuana. In questi anni stese il romanzo L’esclusa, uscito solo nel 1901, e pubblicò la prima raccolta di novelle, Amori senza amore (1894). Nello stesso anno sposò Maria Antonietta Portulano: fu un’unione difficile fin dall’inizio, anche per la loro distanza intellettuale. 

Nel 1895 pubblicò la raccolta di poesie Elegie renane, preceduta qualche anno prima dalle due raccolte Mal giocondo (1889) e Pasqua di Gea (1891), mentre andava intensificandosi la sua produzione di novelle. Nel 1897 ebbe un incarico presso la facoltà di magistero di Roma, passando in ruolo nel 1908. Nel 1903 un grave dissesto economico, che dissipò tutti i capitali della famiglia, provocò una gravissima crisi nervosa nella moglie, che da questo momento fu vittima di gravi disturbi mentali. Le difficoltà economiche e le costose cure per la moglie, costrinsero lo scrittore a intensificare la collaborazione con giornali, in particolar modo il “Corriere della Sera”, dove cominciò a pubblicare novelle, e riviste, come la “Nuova Antologia”, su cui uscì il romanzo Il fu Mattia Pascal (1904), che ebbe subito un notevole successo. 

 


Nel 1908 uscirono due saggi, Arte e scienza e L’umorismo, il secondo particolarmente importante per la definizione della poetica pirandelliana, seguiti dai romanzi I vecchi e i giovani (1909, opera giovanile) e Suo marito (1911). Verso il 1910 stese alcuni atti unici per il teatro, ma il suo interesse principale era ancora rivolto alla narrativa e al cinema, per il quale scrisse soggetti. Nacque così il romanzo Si gira... (1915), ripubblicato nel 1925 in nuova versione con il titolo Quaderni di Serafino Gubbio operatore

Gli anni di guerra, molto duri per Pirandello, furono però anche anni molto fertili: scrisse infatti i suoi primi importanti testi teatrali, incentrati su situazioni limite, in cui il risvolto grottesco della vicenda evidenzia l’assurdo sempre presente nella vita quotidiana.

 


Le opere più significative di questo periodo sono: Pensaci Giacomino (1916); Liolà (1916); Così è (se vi pare) (1917); Il berretto a sonagli (1917); Il piacere dell’onestà (1917); Il gioco delle parti (1918); L’uomo, la bestia e la virtù (1919). 

L’opera di Pirandello ottenne il successo con Tutto per bene (1920) e soprattutto con Come prima, meglio di prima (1920). È questo il momento della massima originalità creativa, culminata con il dramma Sei personaggi in cerca d’autore (1921), che procurò a Pirandello un successo mondiale. 

 

 


Lavorò al romanzo-saggio Uno, nessuno e centomila (1925) e stabilìconsapevolmente un rapporto tra gli atti unici come L’uomo dal fiore in bocca (1923) e La giara (1925) e alcune delle proprie novelle, delle quali fu avviata la pubblicazione con il titolo di Novelle per un anno (1922); la raccolta completa (15 volumi) fu conclusa postuma nel 1937. 

Altre opere importanti di quegli anni furono Vestire gli ignudi (1922); La vita che ti diedi (1923); Ciascuno a suo modo (1924). Nel
1924 si iscrisse al Partito Fascista, con una decisione che fece scalpore anche perché venne subito dopo il delitto Matteotti.
 

Nel 1925 inaugurò a Roma, con la Sagra del signore della nave, il Teatro d’Arte, destinato a essere il suo laboratorio teatrale, ma che fu costretto a chiudere pochi anni dopo; iniziò allora un’intensa collaborazione con l’attrice Marta Abba, che diventò l’interprete principale della sua compagnia.

 

 



Per lei Pirandello scrisse diversi drammi, tra cui Diana e la Tuda (1926), composta in tedesco e rappresentata per la prima volta a Zurigo; L’amica delle mogli (1927); La nuova colonia (1928); Lazzaro (1929); O di uno o di nessuno (1929); Come tu mi vuoi (1930); Trovarsi (1932). In Germania diede la prima di Questa sera si recita a soggetto (1930), un altro dei suoi capolavori; a Lisbona la prima assoluta dell’atto unico Sogno (ma forse no) (1931) e a Buenos Aires quella di Quando si è qualcuno (1933). 

Nel frattempo andarono raffreddandosi in Italia i suoi rapporti con il fascismo, nonostante il governo lo avesse chiamato a far parte dell’Accademia d’Italia (1929). L’acme di questo contrasto fu toccato nell’anno in cui ricevette il premio Nobel (1934), quando il dramma in versi La favola del figlio cambiato fu duramente contestato da provocatori politici. 

A queste difficoltà fa riferimento anche la sua ultima opera, I giganti
della montagna
, complessa metafora del difficile rapporto tra arte e potere, lasciata incompiuta al momento della morte a Roma, e conclusa dal figlio Stefano.

 

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