Letteratura - Zeno sul lettino di Freud

PSICOANALISI E LETTERATURA

 La realtà del sogno

Ricerca collettiva guidata - classe 3D Casto

 

"Noi siamo della realtà di cui son fatti i sogni e la nostra piccola vita è circondata da un sonno".
 Con queste parole Shakespeare descrive, attraverso la voce del mago Prospero, nella Tempesta, la condizione dell'artista e dell'uomo in generale perennemente sospeso tra sogno e realtà. Questo stato di sospensione, terribile e affascinante allo stesso tempo verrà poi riproposto in tempi più recenti dagli autori del film fantascientifico Matrix:


Che cosa succede quando sogniamo? I sogni possono avere un significato? Quanto è profonda la tana del Bianconiglio e soprattutto quanto le visioni oniriche influiscono sul nostro comportamento?
Sigmund Freud nel 1900 diede la prima risposta a questi interrogativi nell'ormai famosa opera L'interpretazione dei sogni in cui ipotizzava che i sogni provenissero dal lato nascosto della nostra mente: l'inconscio. 



Lo studio di questa "cantina dimenticata" secondo il medico viennese era indispensabile per comprendere numerosissimi disturbi nervosi a partire dall'isteria che colpiva prevalentemente individui di sesso femminile.



Studiando l'inconscio attraverso i sogni Freud elaborò un procedimento medico che poi definì psicoanalisi.
Secondo lo scienziato in ogni uomo ci sono una parte profonda, istintiva ed irrazionale che tende alla realizzazione immediata del piacere (Es), una parte che si oppone alle fantasie dell'Es per adattarsi alla realtà (Ego), e una parte che detta regole di comportamento morale e ideale (Super Ego)
La terapia psicoanalitica interviene quando l'equilibrio tra queste forze si altera e, attraverso l'interpretazione dei sogni e le libere associazioni di pensiero, cerca di aiutare il paziente a riportare alla luce i problemi del suo passato e le angosce ad essi collegate.



In questo modo Freud scoprì che molte problematiche dei suoi pazienti erano legate al difficile rapporto che avevano avuto con il genitore del sesso opposto durante l'infanzia. Lo psicoanalista definì poi queste patologie psichiatriche come complesso di Edipo riprendendo la celeberrima tragedia greca in cui Edipo uccideva il proprio padre.
 

Il sogno della realtà


Italo Svevo (1861-1928) (pseudonimo di Aron Hector Schmitz) è lo scrittore italiano più sensibile alle novità introdotte dalla psicoanalisi nella cultura europea e, non a caso, fu buon amico di James Joyce che, insieme a Virginia Woolf, fu uno dei maggiori esponenti della letteratura "psicoanalitica"europea.
Svevo è autore di diverse commedie e novelle, tra cui La madre e Vino generoso, molte delle quali sono state pubblicate dopo la sua morte. Le sue opere più importanti sono i romanzi Una vita (1892), Senilità (1898) e soprattutto la Coscienza di Zeno (1923), che a differenza dei precedenti riscuote un gran successo, prima all'estero e poi in Italia.
Protagonisti dei romanzi di Svevo sono gli inetti, uomini incapaci di vivere in modo pratico e attivo la realtà, persi in fantasticherie e pronti ad autogiustificarsi ad ogni fallimento. 
Zeno Cosini, il personaggio più famoso di Svevo, mette per iscritto, su consiglio del suo psicoanalista, le sue fantasticherie in modo da  analizzarle e superare così le sue nevrosi (problemi psicologici)