LA POPOLAZIONE MONDIALE
Per popolazione mondiale si intende il numero di esseri umani viventi sulla Terra in una data definita. Si stima che al 31 ottobre 2011 la popolazione mondiale abbia raggiunto la soglia di 7 miliardi di abitanti.
La popolazione mondiale è stata interessata da una crescita continua sin dalla fine della piaga della peste nera, nel corso del XIV secolo; superata la soglia dei 7 miliardi alla fine del 2011, l'Onu stima che nell'anno 2040 sul nostro pianeta ci saranno circa 9 miliardi di abitanti.
La maggior parte dei demografi prevede che a partire da quella data la popolazione mondiale comincerà a diminuire e che potrebbe tornare a 7,5 miliardi entro il 2100 a causa della diminuzione dei tassi di natalità.
Breve storia della popolazione mondiale
Numerosi ricercatori sostengono, in accordo con la teoria della catastrofe di Toba, che attorno al 70 000 a.C. l'intera specie umana fu decimata da un terribile cataclisma naturale, che la ridusse a poche migliaia di individui. Dal disastro (fino al consolidarsi delle prime scoperte nel campo dell'agricoltura) la popolazione tornò ad aumentare sino a stabilizzarsi su circa 1 milione di abitanti, il cui stile di vita (basato su caccia e raccolta di viveri) non permise una crescita costante e mantenne la densità demografica nelle zone abitate su valori molto bassi in confronto all'epoca attuale.
Si stima invece che nell'Impero Romano, tra il 300 ed il 400 d.C., vivessero tra 55 milioni e 120 milioni di abitanti; tale popolazione fu duramente colpita dalla cosiddetta Peste di Giustiniano, che secondo le stime più quotate portò a circa 25 milioni di decessi, fino alla sua estinzione attorno al 750.
Nel 1340 la popolazione Europea si attesta attorno ai settanta milioni di individui, mentre alla nascita della dinastia Ming (1368) quella Cinese conta circa sessanta milioni di abitanti.
La pandemia della Morte Nera, che colpì nel corso del XIV secolo il mondo allora conosciuto, ridusse presumibilmente la popolazione umana da 450 a 350-375 milioni di abitanti; questa piaga rappresenta l'ultimo periodo in cui la popolazione mondiale ebbe un decremento tanto evidente, che fu recuperato solo dopo circa quasi due secoli.
La colonizzazione europea delle Americhe contribuì fortemente al futuro sviluppo della popolazione mondiale, nonostante l'ingente perdita di vite umane tra le popolazioni indigene del nuovo mondo; l'apertura di nuovi spazi da abitare e la scoperta di specie vegetali quali il mais, la patata, il cotone ed il pomodoro fornì nuove prospettive per la diffusione spaziale e quantitativa della popolazione europea.
Durante la rivoluzione industriale, i progressi della medicina e l'aumento della qualità della vita nei paesi sviluppati portarono alla cosiddetta rivoluzione demografica; il tasso di mortalità scese vertiginosamente e un contemporaneo tasso di natalità elevato portò ad un raddoppio della popolazione mondiale in solo due secoli. La popolazione Europea in particolare passò da 100 milioni a quasi 200 milioni di individui e nel corso del XIX secolo raddoppiò. Il subcontinente indiano, ad oggi secondo solo alla Cina per popolamento, passò dai 125 milioni di abitanti del 1750 a circa 390 milioni nel 1941.
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