IL TEATRO
IL TEATRO ANTICO: LA COMUNITA'
L'evento teatrale. L'invenzione del teatro rappresenta uno degli apporti più importanti trasmessi dall'antica Grecia alla civiltà europea.
La rappresentazione teatrale antica fu un fenomeno anzitutto religioso che aveva luogo nel contesto delle celebrazioni estive in onore del dio Dioniso.
Le processioni religiose, caratterizzate da canti e preghiere, si concludevano con il sacrificio di un animale (solitamente un capro) allo scopo di ottenere il favore della divinità. Questa offerta veniva accompagnata da alcuni ministranti ricoperti di pelli che si immedesimavano nell'animale "prestandogli la parola". Originariamente, infatti, il rito religioso prevedeva il sacrificio di esseri umani e, solo in un secondo momento, tale usanza cruenta fu abbandonata e sostituita con l'offerta di un capretto.
Il dramma satiresco. I ministranti, che simbolicamente venivano sacrificati insieme al capro, sottolineavano con canti e gesti enfatici i passaggi più importanti del rito ponendo così le basi della rappresentazione teatrale vera e propria. Alcuni studiosi hanno dunque ipotizzato, seguendo anche la testimonianza di Aristotele nella Poetica, che queste rudimentali azioni teatrali siano presto sfociate nel dramma satiresco. Questa forma teatrale era caratterizzata da una struttura abbastanza semplice in cui il coro era costituito da individui travestiti da satiri caprini che si muovevano sulla scena alternando momenti di recitazione a momenti di vivace danza chiamata sìkinnis.
Tragedia e commedia. All'interno del dramma satiresco si fondevano elementi comici e tragici in una trama dalle sfumature grottesche. Questa duplicità di registro rispecchiava anche le due diverse dimensioni del rito in onore del dio Dioniso. Vi era infatti una componente ludica e giocosa legata al capro come simbolo della fertilità della natura e una componente caratterizzata dalla supplica e la lamentazione legata alla dimensione espiatoria del sacrificio. Proprio da questo duplice registro nasceranno la commedia e la tragedia.
Tespi e i grandi autori del teatro greco. Inizialmente le rappresentazioni teatrali prevedevano un coro (insieme di cantori) e un corifeo o capo coro che interagiva con i cantori. Secondo la tradizione fu Tespi il primo autore teatrale ad aggiungere al capo coro un secondo attore andando così a porre le basi per lo scambio di battute dell'azione teatrale divisa in atti e scene.
In genere i soggetti tragici erano ispirati al mito, ossia rappresentavano episodi appartenenti alla storia sacra del popolo greco. La tragedia tendeva quindi a configurarsi come un esempio divino e come un'indagine sulla problematica natura della divinità.
I soggetti comici, invece, erano ispirati ai riti della fertilità e si concentravano dunque su argomenti legati al sesso, al cibo e ai difetti della natura umana.
I più celebri autori tragici furono: Eschilo, Sofocle ed Euripide, mentre i più famosi commediografi furono Cratilo, Aristofane e Menandro.
Il teatro antico: momento di democrazia e di agonismo. Gli spettacoli teatrali dell'antica Grecia erano un fatto politico di grande rilievo. La loro organizzazione era gestita dallo Stato, ma l'interesse della collettività per il teatro aveva una portata ben più generale. Nella democrazia ateniese, in particolare, la rappresentazione teatrale costituiva un'occasione esemplare di esperienza e di vita collettive.
Un altro elemento tipico del fatto teatrale era il suo carattere agonistico. Nella gara, inserita in un rituale e sanzionata da un esito pubblico, trovava una misura e uno sfogo, oltre che una ratifica religiosa e civile, la competitività che era un carattere tipico della società greca.
IL DRAMMA MODERNO: LA FAMIGLIA BORGHESE
Il precursore: William Shakespeare. Il teatro shakespeariano anticipa il dramma moderno che si affermerà definitivamente solo nel 1700 e dunque un secolo dopo le opere del "Grande Bardo" di sua maestà. Shakespeare, infatti, è tra i primi autori teatrali a spostare l'attenzione sull'interiorità dei personaggi e sui conflitti che questi vivono a causa delle contrastanti passioni che li animano all'interno della società.
Il dramma moderno. Il dramma moderno continua questo processo di indagine del rapporto problematico tra il singolo e la società, ma lo inserisce in una realtà borghese o popolare, traendo spunto da situazioni comuni e da scene di vita quotidiana abbandonando dunque la dimensione mitico religiosa del teatro antico. Temi frequenti sono l'emancipazione femminile e la crisi della famiglia tradizionale.
I personaggi sono individui appartenenti solitamente alla classe media e ritratti con realismo, nel loro ambiente quotidiano.
I personaggi. I personaggi sono individui appartenenti di solito alla classe media e ritratti con realismo, nel loro ambiente quotidiano. Spesso sono fortemente caratterizzati dalla funzione che ricoprono all'interno della famiglia e anche della società (importante ad esempio è la professione svolta, legata all'idea del denaro).
Le caratteristiche. Il linguaggio usato è quotidiano, tale da ritrarre con fedeltà e verosimiglianza l'ambiente in cui si muovono i protagonisti e il loro modo di vedere la realtà.
Nel dramma moderno la forma poetica è del tutto abbandonata, a favore della prosa. Importantissima, infine, la scena che è un luogo chiuso (spesso l'abitazione dei protagonisti) del tutto funzionale al movimento teatrale.
LUIGI PIRANDELLO: IL PRECURSORE DEL TEATRO CONTEMPORANEO
Luigi Pirandello con opere quali Enrico IV e Sei personaggi in cerca d'autore spinge il dramma moderno, nei primi anni del XX secolo, ad affrontare con più decisione l'interiorità dei personaggi. Se Tespi dunque nell'antichità ha moltiplicato i personaggi, il drammaturgo siciliano moltiplica la scena e gli spazi dell'azione teatrale a cui non è più preclusa nessuna stanza del cuore umano