Introduzione alla linguistica



Nel mondo si parlano molte lingue diverse tra loro e questo rende molto difficile la comunicazione tra persone di diversa nazionalità. Gli idiomi più parlati sono: l'inglese, il cinese e lo spagnolo

Come si chiama la disciplina che si occupa dello studio della lingua?

La linguistica è la disciplina che si occupa dello studio della lingua e si divide in due campi di studio. Il primo è quello della linguistica sincronica (o linguistica generale) e si occupa di indagare il funzionamento di base di tutte le lingue. 
Il primo linguista che cercò di trovare delle regole comuni tra i diversi idiomi parlati nel mondo fu  Ferdinand de Saussure.
Questo studioso scoprì, per esempio, che in ogni lingua possiamo trovare un significato ed un significante.

  •  Il significato è l'idea di un oggetto
  •  Il significante è il modo con cui una lingua esprime, attraverso la voce o la scrittura, una certa idea



Il significato è uguale per tutti gli uomini (ognuno di noi ha l'idea di cavallo), mentre il significante è diverso a seconda della lingua parlata (gli italiani per esprimere l'idea di cavallo scrivono o pronunciano la parola: "cavallo", diversamente gli inglesi usano la parola: "horse")


Il secondo campo è, invece, quello della linguistica diacronica (o glottologia) e si occupa di indagare l'evoluzione di una o più lingue nel tempo. La glottologia cerca quindi di comprendere come sono cambiati gli idiomi nel corso degli anni.

Quali sono le origini della lingua italiana?

La lingua italiana deriva, come lo spagnolo, il portoghese, il francese, la lingua romena e altri dialetti,  dal latino volgare, l'idioma parlato dalla maggior parte delle persone al tempo dell'antica Roma, e, per questa ragione, appartiene al gruppo delle lingue romanze.

Quali sono le origini della lingua latina?

La lingua latina (un idioma che ora non è utilizzato da nessuna popolazione) deriva dall'indoeuropeo.
Questa lingua antichissima è stata parzialmente ricostruita e ci consente di spiegare le numerose somiglianze che troviamo nella maggior parte delle lingue europee e dell'Asia.




Per saperne di più leggi anche questo post





La fonetica


LA FONETICA


Che cosa significa parlare?
Parlare significa produrre dei suoni che, combinati fra loro, creano le parole, rimandano cioè a dei significati precisi.
L'uomo riesce a produrre questi suoni grazie mediante il suo apparato fonatorio che è costituito da molti organi (polmoni, corde vocali, palato, lingua, labbra...)  

Come colleghiamo i suoni che pronunciamo alle lettere che scriviamo?
I suoni utilizzati dall'uomo per comunicare oralmente sono detti fonemi. Questi stessi suoni, nella scrittura, corrispondono a dei segni grafici detti lettere o grafemi


 


 Che cos'è la fonologia?
La fonologia è lo studio dei suoni di una lingua.
L'alfabeto, cioè l'insieme delle lettere con cui vengono rappresentati i suoni di una lingua, in italiano è composto da ventuno lettere (5 vocali e 16 consonanti). A queste si aggiungono altre cinque lettere (j, k, w, x, y) che servono a trascrivere nella nostra lingua parole straniere.


 







Le vocali sono suoni che, possedendo "voce" propria, possono essere pronunciati da soli, non hanno cioè bisogno dell'auto di altri suoni.
In italiano si pensa convenzionalmente che ci siano 5 vocali, ma possiamo dire con maggior precisione che, in realtà, sono 7

a i u è (accento grave - suono aperto) é (accento acuto - suono chiuso) ò o

La differenza di accento (grave od acuto) sulle vocali e, o, e quindi la differenza di pronuncia, è molto importante per distinguere le parole omografe

Che cosa sono le parole omografe?
Le parole omografe sono parole che si scrivono allo stesso modo, ma che si pronunciano in modo diverso e hanno anche un significato diverso a seconda che contengano una vocale aperta o chiusa

ES.  pèsca (frutto) - pésca (dal verbo pescare)


 

Un gruppo di due vocali che si pronuncia con una sola emissione di voce si chiama dittongo. 
Il dittongo è formato dall'incontro della vocale i o dalla vocale u con una qualsiasi altra vocale (a, e, o) per lo più accentata; oppure dall'incontro di i e u tra loro 

Un gruppo di tre vocali che si pronuncia con una sola emissione di voce si chiama trittongo.
Il trittongo è formato dall'incontro delle vocali i e u, oppure di due vocali i con un'altra vocale (a, e, o) 

Quando due vocali, incontrandosi, si pronunciano separatamente, con due distinte emissioni di voce, formano uno iato.

ES. Il maestro ha disegnato un triangolo

Nelle parole maestro e triangolo, i gruppi vocalici ae, ia si pronunciano con due distinte emissioni di voce. Lo iato avviene:

  • quando si incontrano tra loro le vocali a, e, o (po-e-ta, pa-e-se...)
  • quando le vocali ì e ù accentate si incontrano con le altre vocali (zì-a, tù-o)
  • nelle parole da altre contenenti uno iato. vi-a-le (da vì-a)
  • nelle parole composte con i prefissi ri-, re-, bi-, tri-: ri-al-za-re








                                             
Le consonanti sono suoni che non possono stare da soli; per essere pronunciati devono appoggiarsi alle vocali.

Le sedici consonanti della lingua italiana possono essere suddivise in base al punto dell'apparato fonatorio in cui vengono articolate.


Un gruppo di due lettere che rappresenta un unico suono si chiama digramma
I digrammi della lingua italiana sono sette: gl, gn, ch, gh, sc, ci, gi

Un gruppo di tre lettere che rappresenta un unico suono si chiama trigramma
Sono trigrammi:

  • gli (quando è seguito da vocale)
  • sci (quando è seguito dalle vocali a, o, u)
  • chi (quando è seguito da vocale)
  • ghi (quando è seguito da vocale)
 
 
       


 


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IL TESTO UMORISTICO

Qual è lo scopo del testo umoristico-comico?
Lo scopo del testo umoristico è quello di divertire e cioè di provocare il riso in chi legge

Cosa vuol dire "comicità"?
  
La comicità riguarda tutto ciò che ci fa ridere. 





Cosa vuol dire "umorismo"

L'umorismo, tuttavia, oltre alla risata, spinge alla riflessione e ci aiuta a capire meglio ciò che ci circonda facendoci divertire.






Cosa vuol dire "satira"

Si parla di satira quando l'umorismo è utilizzato per denunciare situazioni o comportamenti ritenuti sbagliati  

Come si scrive un testo comico?

Un testo comico ha generalmente un lessico semplice, ma brillante e descrive generalmente situazioni impreviste ed equivoci. Molto presenti sono anche le esagerazioni
Come si scrive un testo umoristico?

Il testo umoristico presenta l'assurdità di situazioni, azioni e di certi modi di pensare. Le aspettative di chi legge sono spesso rovesciate e la realtà narrata è generalmente deformata. Il testo comico è dunque ricco di ironia (cerca la parola sul vocabolario) che consiste proprio nel rovesciamento di un'aspettativa del lettore (ad esempio un personaggio può entrare in un negozio di quadri ed ordinare una pizza, oppure una persona che si presenta come brava e rispettosa della legge si manifesta poi un ladro). Il linguaggio del testo umoristico è ricco di doppi sensi

Quando l'ironia è aggressiva e pungente e tende a umiliare qualcuno diventa sarcasmo.


Equivoci, paradossi, un linguaggio inconsueto, personaggi strani e sfortunati: basta questo perché un testo provochi il riso? In realtà scrivere testi umoristici è molto difficile. Qual è il segreto? Certe volte è meglio non saperlo: il testo non farebbe più ridere


 
 
Un giorno Paolino Pomodorino, l'orologiaio del paese, stava cercando di riparare una volta per tutte un orologio a cucù che continuava a rompersi. Proprio quel giorno gli cadde in testa un pesante pendolo e così svenne. Quando si riprese, essendo ancora un po'stordito,  vide Topolino che gli disse: 
"Paolino, Paolino che cosa ci fai lì in terra?"
Paolino rispose: "Topolino! Sei davvero tu?"
Topolino rispose: "Vieni con me...ti farò conoscere la fidanzata perfetta per te". Paolino lo seguì e si trovò davanti ad una ragazza bellissima e, incantato, le regalò l'orologio a cucù che aveva riparato. Il signor Pomodorino stava per baciare la ragazza quando scoccò la "mezza" e l'uccellino del cucù uscì veloce colpendolo in pancia. A quel punto si risvegliò e si accorse che stava dando un bacio al magazziniere che lavorava nella sua bottega. Il vecchietto, in risposta, lo colpì con un sonoro ceffone che fece girare la testa del signor Pomodorino.
"Screanzato!", urlò il vecchio magazziniere, mentre Paolino non riusciva più a capire se il ticchettio che aveva in testa fosse quello dei suoi orologi o il suono di qualche ingranaggio del suo cervello che era saltato. Sfinito andò a sedersi  sulla sua poltrona e..."Crack", schiacciò l'orologio a cucù che aveva appena riparato
"Arghhhhhhhh.....%#]+*, niente da fare devo proprio cambiare lavoro!"

R.Z. 1 F Quinzano