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Leonardo da Vinci, la vita

 

 


 

LA VITA 

 

Nel borgo di Vinci, situato tra Empoli e Pistoia, il 15 Aprile 1452 nasce Leonardo, destinato a diventare il paradigma del genio italico. 

A sedici anni entra nella bottega di Andrea del Verrocchio. Nel 1480 fa parte del gruppo di artisti riuniti attorno a Lorenzo il Magnifico, ma ben presto lascia Firenze per Milano, dove si presenta al Duca Ludovico Sforza come uomo di scienza, ingegnere e ideatore di macchine belliche. L’eclettismo di Leonardo è la cifra distintiva del suo genio e incarna lo spirito universalista della sua epoca: il Rinascimento.




GLI SCRITTI

 

Alla morte di Leonardo, avvenuta nel 1519 ad Amboise in Francia è il suo discepolo Francesco Melzi a ereditare tutti i codici manoscritti del maestro. 

Melzi riporta i codici in Italia, ma quando muore, nel 1570, con suo figlio Orazio comincia la dispersione dei testi. 

La collezione più ampia di fogli leonardiani è costituita dal Codice Atlantico, una raccolta miscellanea di 1750 unità, tra fogli e frammenti riuniti dallo scultore Pompeo Leoni. 

 

 

 

Vi si trova la più ricca documentazione dei suoi contributi alla scienza meccanica e matematica, all'astronomia, alla geografia fisica, alla botanica, alla chimica e all'anatomia. 

Disegni di strumenti di guerra, macchine per volare, dispositivi meccanici insieme a progetti architettonici e urbanistici che Leonardo non poté portare a termine, ma anche la registrazione dei suoi pensieri attraverso favole e meditazioni filosofiche.

 


 

LEONARDO A FIRENZE

 

Era il 1504 e a Firenze giunge Raffaello Sanzio, giovanissimo, ma già eccelso, secondo il racconto vasariano richiamato dalla fama dei cartoni di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, quelli preparati in vista della decorazione della Sala Grande di Palazzo Vecchio con la Battaglia di Anghiari e la Battaglia di Cascina. 

Leonardo era tornato nel 1503, dopo un’assenza ventennale in cui era stato al servizio di Ludovico il Moro a Milano. A Firenze aveva cominciato i suoi studi, presso la bottega del Verrocchio e proprio le opere della sua giovinezza, dai primi passi autonomi nel mondo dell’arte al momento della partenza, sono custodite agli Uffizi.

 

Breve visita agli Uffizi con Leonardo

 

Entrando a sinistra troviamo il Battesimo di Cristo, eseguito per la chiesa di San Salvi nel 1475-78, anni in cui l’artista ancora collaborava con il Verrocchio; sulla parete di fronte è esposta l’Annunciazione, proveniente dalla chiesa di Monteoliveto, mentre al centro della sala si ammira l’Adorazione dei Magi, commissionata dai canonici regolari agostiniani per la chiesa di San Donato a Scopeto, e lasciata incompiuta al momento in cui Leonardo partì per Milano, nel 1482. Sarà ora possibile ammirarle nella nuova collocazione, nella sala 35 dell’ala di ponente degli Uffizi, in omaggio ad un ritrovato rispetto per il principio narrativo cronologico della Galleria.

 


 

 LEONARDO A MILANO



1482. Leonardo da Vinci arriva a Milano, è in cerca di gloria e di fama, e trova il suo mecenate in Ludovico Sforza, detto “il Moro”.

 

 

 

 Leonardo dipinge La vergine delle rocce per una Confraternita. In seguito, per Ludovico il Moro progetta macchine militari e dipinge quadri come il Ritratto di Musico, il Ritratto di Dama e La dama con l’ermellino e l’affresco del Cenacolo nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. 

 


 

Il 13 gennaio 1490 rimane memorabile la sfarzosa Festa del Paradiso che Leonardo è incaricato di organizzare al Castello Sforzesco per le nozze di Gian Galeazzo, nipote di Ludovico il Moro, con Isabella d’Aragona, nipote del re di Napoli. 

 

 


 

Una festa con danze, musiche e con una rappresentazione teatrale tese a esaltare le virtù della sposa, con un imponente allestimento scenico curato da Leonardo su versi di Bernardo Bellincioni, poeta di corte.

 


 


 

 

 

 

LEONARDO IN FRANCIA

 

Dopo di allora lo troviamo di nuovo a Firenze, Milano e infine a Roma. Nel 1517, traslocò per l'ultima volta, ad Amboise (Francia), dove il re Francesco I lo nominò "primo pittore, architetto e ingegnere reale". Il sovrano gli conferì uno stipendio annuo di un migliaio di scudi e vitto e alloggio nel maniero di Cloux (oggi Clos-Luce) oltre a un'ammirazione confinata.

La felicita durò solo due anni. Ammalatosi, vecchio e malconcio, morì otto giorni dopo aver fatto testamento: era il 2 maggio 1519. Venne sepolto dove aveva chiesto, nella vicina cappella della chiesa di Saint Florentin. E qui si consuma l'ultimo mistero del genio toscano. Probabilmente i suoi resti andarono persi durante la ribellione calvinista del 1560, ma nel 1863 il poeta francese Arsene Houssaye convinse tutti di averli rinvenuti tra le rovine della chiesa, insieme a tre frammenti di una lapide, con le scritte parziali "INC", "LEO" ed "EU DUS VINC". Quelle ossa oggi si trovano nella vicina cappella di Saint-Hubert: ma si tratta davvero delle sue spoglie? "La verità è figlia del tempo", ha scritto Leonardo da Vinci.

 

 


 

 

 

La società europea dell'alto Medioevo

 

LA POPOLAZIONE NELL'ALTO MEDIOEVO

 


 

 

Fra il VI e il VII secolo la popolazione europea subisce un brusco calo demografico provocato dalle guerre e dai flagelli naturali. 
 
 
Nei secoli seguenti, fino al 1347, anno della peste nera, si verifica un saldo demografico molto positivo che evidenzia un miglioramento delle condizioni sanitarie e l’aumento della produttività della terra.
 
 
Tra il X e il XII secolo si attua un intenso disboscamento dell’Europa a nord delle Alpi e dei Pirenei: i contadini dei villaggi ampliano i loro campi coltivati invadendo le foreste contigue, oppure, in cerca di terre da coltivare, colonizzano le pendici dei monti; altrove si sfruttano le terre per iniziativa di signori o monasteri.
 
 
Si innovano i sistemi di produzione agricola: si adotta l’aratro pesante, viene introdotta la rotazione triennale dei terreni, i gioghi degli animali vengono perfezionati per sfruttare meglio la loro forza; si diffonde l’uso del cavallo che copre in pochi giorni lunghe distanze. Si afferma il mulino ad acqua per macinare i cereali e nel XII secolo appare quello a vento che, però, avrà larga diffusione solo nel XV secolo.
 
 
 

 
Nelle grandi proprietà terriere si mantengono i modelli di gestione ereditati dall’età antica che si identificano attraverso due forme di sfruttamento: la conduzione indiretta di una parte delle terre, affidate ai coloni, e la conduzione diretta che si attua nella riserva padronale mediante l’impiego di manodopera servile.
 
 
Dopo il 1200 la servitù della gleba regredisce o si presenta solo sporadicamente.
La maggiore disponibilità di derrate alimentari favorisce la crescita della popolazione, il sorgere di nuove città e l’ampliarsi di quelle già esistenti. L’economia delle città controlla quella del contado circostante.
 
 
LO SVILUPPO DEGLI SCAMBI COMMERCIALI
 
 
 
 
 
 
Fino al XII secolo circa gli scambi commerciali utilizzano soprattutto le vie d’acqua: in quest’epoca, infatti, i passi alpini sono agibili solo in minima parte. Lo sviluppo dei mercati, anche se dislocati su base locale o regionale, denota la maggior vitalità che anima l’economia europea. 
 
 
In questa fase il denaro ha ancora un ruolo marginale, prevalendo il baratto e gli scambi in natura. Laddove però si affermano le manifatture, i traffici marittimi e le tassazioni in denaro, nascono i primi embrioni di mercantilismo finanziario.
 
 

 

 

L'impero mongolo

 

 

L'IMPERO MONGOLO


 

Il più grande impero della storia. In meno di vent’anni, a cavallo tra il XII e il XIII secolo, il signore dei mongoli Gengis Khan riesce a costruire un impero di dimensioni così vaste come non si era mai visto nella storia. 

 

 

 

 

In un primo momento Temüjin (questo era il suo nome prima di assumere quello di Gengis Khan) riesce a unifi care le sparse tribù mongole che vivono nelle steppe della Siberia sud-orientale. Al comando dell’intero popolo può predisporre una serie di attacchi che culminano nel superamento della Grande Muraglia nel 1213. 

 

 

 

 

 

 

La conquista dell'impero cinese. In due anni conquista l’impero cinese tranne la parte meridionale. Volge quindi le sue mire a ovest e giunge, con una marcia sempre vittoriosa e segnata da molti episo di ferocia, fino alla Persia e, più a nord, alla Russia meridionale e alla Bulgaria. Alla morte del grande condottiero (1227) l’immenso impero viene diviso fra i quattro figli, ma non perde la spinta espansionistica.
 

 LA DIVISIONE DELL'IMPERO

 

Cavalleria Mongola e pendaglio tipico

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1259 la partizione diventa effettiva con la costituzione di quattro realtà indipendenti e spesso in conflitto: il Gran Khan (Cina), il Chagatai (Turkestan), l’Ilkhan (Persia) e Qipciaq (Russia), detto anche Orda d’Oro.  

 

In Cina, sotto il Gran Khan Kubilay (1260 - 1294) si assite a un momento di grande sviluppo culturale, segnato anche dalle presenze sempre più frequenti di missionari e mercanti europei alla scoperta di quel mondo praticamente sconosciuto. In questa fase avvengono i famosi viaggi dei Polo di cui resta testimonianza nel libro scritto da Marco Polo, Il Milione. La presenza mongola viene sconfitta a metà del XIV secolo da sollevazioni di contadini, spinti dalla fame e dal pesante regime fiscale. 

 

In Persia, circa nello stesso periodo il khanato si sfalda in una serie di principati indipendenti dopo aver avuto un periodo di ricchezza e di sviluppo culturale. 

 

In Turkestan il Chagatai subisce lo stesso destino, ma dopo due secoli. 

 

In Russia il khanato dell’Orda d’Oro vede un periodo di grandezza a cui segue una fase di decadenza che durerà fino al 1783, quando verrà assorbito dall’impero russo.
 

TAMERLANO L'IMITATORE

 

 

Gengis Khan ritratto in una miniatura persiana

 

 

Un secolo e mezzo dopo la morte di Gengis Khan, un nobile turco, Tamerlano, si proclama suo erede e tenta di ricostituire l’impero mongolo, conquistando territori dalla Persia all’India. Però il suo dominio, fondato esclusivamente sul potere militare, non sopravvive al suo condottiero. 

 


 

 

La dominazione mongola sull’Asia ha l’effetto di riattivare i contatti tra l’Estremo Oriente e l’Europa, la cosiddetta via della seta. Su questo itinerario transitano merci preziose e idee scientifiche, stimoli culturali e religiosi di grande importanza per lo sviluppo di entrambe le civiltà.

 

Diventa l'erede di Gengis 

Federico II

 


 

FEDERICO II 

 


 

 

Enrico VI aveva disposto che il Regno di Sicilia, la moglie e il figlio di appena tre anni passassero sotto la tutela della Chiesa.
Morta anche Costanza un anno dopo il marito, l’erede Federico Ruggero Costantino fu affidato alla tutela di papa Innocenzo III (Lotario dei conti dei Segni, eletto nel 1198 a 37 anni). Innocenzo III fu uno dei più grandi papi del Medioevo; con lui la Chiesa raggiunse l’apice della potenza temporale. 

 


 

Nella lotta per la successione alla dignità imperiale dopo la morte di Enrico VI, il papa prese posizione per il guelfo Ottone di Brunswick contro Filippo di Svevia, fratello di Enrico, sostenendo la superiorità dell’autorità spirituale e il diritto del papa di giudicare l’idoneità dell’imperatore. 

 

 


 

 

Innocenzo III cercò anche di recuperare tutti i territori che erano appartenuti alla Chiesa, ma quando nel 1209 Ottone scese in Italia e ottenne la corona imperiale, si diresse verso la Sicilia contro la volontà del papa, il quale lo scomunicò e gli oppose il giovane Federico II. 

Nel 1210 i fautori degli Svevi in Germania deposero Ottone e incoronarono Federico, il quale dovette promettere al papa di mantenersi a lui fedele. Alla morte di Innocenzo III gli succedette nel 1216 Onorio III che incoronò Federico a Roma nel 1220. Federico restituì alla Chiesa i beni lasciati in eredità da Matilde di Canossa e fece riconoscere dal papa l’unità nella persona dell’imperatore di Germania e Sicilia, pur nella loro separazione giuridica. 

 

 

 

Nel 1227 il nuovo papa Gregorio IX scomunicò Federico con l’accusa di non aver indetto una crociata pur promessa. Nel 1228 l’imperatore partì per la crociata e attraverso un trattato stipulato colsultano d’Egitto recuperò Gerusalemme, Betlemme e Nazareth.
Nello stesso tempo il papa invadeva i suoi domini in Italia. 

 


 

La pacificazione avvenne col Trattato di San Germano (1230): Federico restituì i territori tolti alla Chiesa durante la lotta e rinunciò alle investiture. In Sicilia Federico riorganizzò l’amministrazione dei suoi domini; con le Costituzioni Melfitane del 1231 fissò tasse pesanti ma distribuite equamente, emanò misure per favorire il commercio e l’attività manifatturiera. In Germania, affidato il governo al figlio Enrico, concesse ampi privilegi ai signori feudali; per questo il figlio gli si ribellò nel 1234 ma fu sconfitto e tenuto prigioniero fino alla morte (1242), mentre la corona tedesca passò al fratello Corrado. 

 

 

 

Nuovi motivi di contrasto vennero dalle rivendicazioni autonomistiche dei Comuni dell’Italia settentrionale, dall’ostilità della Chiesa per il sostegno dato da Federico alla rinascita del Comune di Roma e per l’erezione della Sardegna, feudo della Santa Sede, a Regno autonomo retto dal figlio Enzo (1238). Nel 1237 Federico sbaragliò le forze comunali a Cortenuova. Gregorio IX lo scomunicò nel 1239; Federico reagì cacciando gli ordini mendicanti, confiscando i beni ecclesiastici (tranne quelli siciliani) e affidando le sedi vescovili a persone di fiducia. 

 

 

 

In Italia si crearono due opposte fazioni: i Ghibellini, favorevoli all’imperatore, e i Guelfi, dalla parte del papa. Il nuovo papa Innocenzo IV, in un Concilio a Lione, dichiarò deposto l’imperatore che fu anche abbandonato da alcune forze ghibelline tra cui la città di Parma. Nel 1250, mentre si accingeva a un’altra campagna nel nord Italia, morì improvvisamente in Puglia.

 

 


 

Stupisci il mondo come Federico secondo 

 


 

Le crociate

 

 LE CROCIATE

 



Date e avvenimenti

 
1095 Papa Urbano II bandisce la prima crociata. 1096 Fallisce la ‘crociata dei pezzenti’guidata da Pietro l’Eremita.


1096-1099 Prima crociata guidata da Goffredo di Buglione. 1099 Dopo un duro assedio i crociati conquistano Gerusalemme.
 

1147-1149 Luigi VII di Francia e l’imperatore Corrado III guidano la seconda crociata ma vengono sconfitti a Dorileo. 1148 Sconfitta dei crociati presso Damasco e Ascalona.
 

1154 I musulmani conquistano la città di Damasco. 1187 Saladino, sultano d’Egitto e di Siria, riconquista Gerusalemme.


1189-1192 Terza crociata guidata da Federico Barbarossa di Germania, Filippo II Augusto di Francia el’inglese Riccardo I Cuor di Leone. 1190 Federico Barbarossa muore affogato nel fiume Salef in Turchia. 1192-1291 II regno di Gerusalemme è ridotto alla sola capitale, San Giovanni d’Acri.
 

1202-1204 Quarta crociata bandita da papa Innocenzo III; il doge veneziano Enrico Dandolo devia i crociati alla conquista di Zara e Costantinopoli. Viene fondato l’impero latino d’oriente.
 

1208-1229 Nella Francia del sud, crociata contro gli albigesi eretici.
1212 Crociata dei bambini: spedizione di giovani tedeschi e francesi che muoiono di stenti o vengono venduti come schiavi.
 

1217-1221 Quinta crociata conclusasi con una disastrosa sconfitta. 

1228-1229 Federico II di Hohenstaufen guida la sesta crociata. Invece di combattere stipula vantaggiosi trattati con il sultano d’Egitto: Gerusalemme, Nazareth e Betlemme passano ai crociati. 1244 I musulmani riconquistano Gerusalemme.
 

1248-1254 Luigi IX di Francia guida la settima crociata.
 

1270 L’ottava crociata, con Luigi IX il Santo, è stroncata a Tunisi da un’epidemia di peste.
1291 I mamelucchi occupano San Giovanni d’Acri: finisce la dominazione cristiana in Siria.

Bisanzio e i popoli slavi

 


 

 BISANZIO E I POPOLI SLAVI

 

L’impero romano d’oriente è l’erede diretto di Roma. Crocevia di mondi diversi, ha una tormentata
storia quasi millenaria. Dal IX secolo i suoi confini si restringono a causa degli attacchi degli arabi a sud e dei popoli slavi a nord. Alla fi ne del X secolo l’impero conserva solo l’Asia Minore e parte dei Balcani. Qui, però, l’assoggettamento totale delle popolazioni è limitato dalla presenza dei bulgari, combattuti dall’imperatore Basilio II.
 

Verso est egli amplia le frontiere attorno al Mar Nero e attacca gli arabi in Sicilia. Alla sua morte l’impero è al culmine della potenza.
Lo scisma. Costantinopoli però è lontana dall’Europa culturalmente e spiritualmente: nel 726 avviene il primo strappo religioso con l’iconoclastia, il divieto del culto delle immagini. Nel 1054 si consuma lo scisma d’oriente e nasce la chiesa ortodossa, separata da quella di Roma: le due chiese sono ancora oggi divise.
 

LO SCONTRO CON I NORMANNI

 

Nel 1071 i normanni cacciano i bizantini dall’Italia; nello stesso anno i turchi li sconfiggono a Mazincerta, in Anatolia orientale. I rapporti fra europei e bizantini sono ostili fin dalla prima crociata, poiché gli imperatori d’oriente cercano di controllare l’operato dei crociati in transito. Questo timore si rivelerà fondato con la IV crociata, quando Costantinopoli, nel 1204, viene cinta d’assedio per iniziativa dei veneziani.


Nel 1261 i bizantini riconquistano i loro territori, ma il risorto impero d’oriente non raggiungerà più l’antica grandezza. La sua storia termina nel 1453 quando i turchi ottomani (di ceppo mongolo) guidati da Maometto II conquistano la capitale dopo un lungo assedio e dopo aver ottenuto il controllo degli Stretti.

 



GLI SLAVI

 La storia di Bisanzio è contigua e sovente connessa a quella di un altro grande popolo che abita l’Europa orientale: gli slavi.
Questi, nel VI secolo, avevano occupato la penisola balcanica e si erano cristianizzati. In seguito a questo fenomeno nascono i regni croato (IX secolo), boemo (X secolo) e serbo (XII).Oltre la Vistola, verso il Baltico, prussi e lettoni, lituani e livoni sono soggiogati nel corso del XIII secolo da tedeschi e polacchi.
Più a est sorge, nel 1263, il piccolo principato di Mosca che, sotto Ivan IV il Terribile (incoronato zar nel 1547), si pone alla guida dei popoli slavi con il proposito riunire sotto la propria egemonia tutte le terre del nordest europeo.
Il declino del potere mongolo permette allo zar di espandere i propri domini, ma i tentativi di ottenere uno sbocco sul Baltico risulteranno sempre vani. 

 


 

L'anno 1000

 

 



 

L'EUROPA NELL'ANNO MILLE

Breve riassunto di quel che accade prima dell'anno mille

Nel VI secolo l’imperatore romano d’oriente Giustiniano restaura per un breve periodo l’antico impero: recupera parte dell’Italia e stabilisce a Ravenna la capitale dell’esarcato bizantino.
L’impero però è esausto e perderà presto quanto riconquistato.
 

Il cristianesimo, intanto, si diffonde nel bacino mediterraneo e in Europa: fra il II e il III secolo raggiunge l’Italia del nord, nel III secolo inizia l’evangelizzazione della Francia e della Spagna e nel VI della Gran Bretagna.
 

In Francia emergono sovrani quali Carlo Martello e Pipino il Breve. Il figlio di quest’ultimo, Carlo Magno, termina l’opera dei suoi predecessori, impadronendosi dell’Italia longobarda, della Sassonia e dell’Assia e formando il Sacro romano impero; papa Leone III lo incorona imperatore la notte di Natale dell’800. A oriente sono in via di formazione i regni di Polonia, Ungheria e Bulgaria. Il re danese Canuto il Grande intorno al Mille approda sulle coste inglesi e norvegesi tentandone la conquista. 

Gran parte della Spagna è in mano agli arabi, mentre all’impero romano d’oriente restano Asia Minore, Adrianopoli, Grecia e Italia
meridionale.
 

 GLI INVASORI: UNGARI, NORMANNI E SARACENI

 

Tra il IX e il X secolo l’Europa occidentale è invasa da saraceni, ungari e vichinghi. I saraceni, di religione musulmana, occupano la Sicilia e creano diverse basi sulle coste dell’Italia meridionale e della Francia mediterranea, dalle quali si spingono minacciosi verso l’entroterra. 

 Gli ungari (o magiari) invece si integrano in breve nell’impero. I vichinghi (o normanni) arrivano da nord a bordo di navi veloci e attaccano i villaggi costieri di Britannia e Francia. Nel frattempo i vareghi dalla Scandinavia si spingono nei territori russi, si assimilanoagli slavi, diventano i signori di Kijev e intrattengono rapporti con Costantinopoli.
 

 


 

L'IMPERO GERMANICO E LA DINASTIA DI OTTONE


Nell’impero germanico emerge la figura di Ottone I che consolida il titolo sconfiggendo i nobili tedeschi e scende per tre volte in Italia dove sconfigge i deboli re, eletti da feudatari molto divisi e litigiosi, e lega le sorti della penisola a quelle imperiali. Suo figlio, Ottone II, continua la politica accentratrice del padre, ma fallisce nel tentativo di conquistare il meridione d’Italia, diviso tra biziantini e arabi.
 

 

L’anno Mille vede sul trono il giovanissimo Ottone III, animato da
grandi progetti di restaurazione della grandezza politica e morale
dell’impero, ma una morte prematura ne vanifica l’azione.

 


 

La nascita della Francia

 

 

 



 LA NASCITA DELLA FRANCIA

 

La dinastia Capetingia. Nel X secolo la Francia è controllata da numerose dinastie locali. Nel 987 Ugo Capeto, conte di Parigi, grazie all’appoggio dei suoi numerosi vassalli, si fa eleggere re e la sua dinastia regna per più di un secolo.  

La debolezza politica dei sovrani capetingi, nel corso dell’XI secolo, giocò a loro favore: infatti la loro autorità, non costituendo una reale minaccia per i signori territoriali, venne accettata di buon grado, come simbolo dell’unità morale e storica del territorio. 

A partire da questo ruolo «modesto», i re capetingi riuscirono a costruire una dinastia solida, ad aumentare il loro potere, intervenendo come arbitri nelle dispute tra i feudatari, e a garantirsi, grazie all’uso dei rapporti vassallatico-beneficiari, l’appoggio di un gruppo di signori fedeli.
 

RE TAUMATURGHI La situazione mutò nel corso del XII secolo, quando i Capetingi gettarono le basi per una più razionale amministrazione del regno. Luigi VI (1108-37) e il suo successore Luigi VII (1137-80) assunsero il ruolo di protettori delle chiese e garanti della pace e della giustizia, guadagnandosi il sostegno dei vescovie delle città. È a questo periodo infatti che risale la diffusione, a opera degli ecclesiastici, dell’immagine simbolica dei re taumaturghi, ossia della credenza che il re, in quanto «unto del Signore» nel corso della cerimonia d’incoronazione, avesse il potere di guarire, con il solo tocco della mano, alcune gravi malattie.

Filippo II Augusto inizia per primo ad ampliare i territori della corona impadronendosi dei possedimenti continentali della dinastia
inglese dei Plantageneti.
 

 


Nel 1214 sconfigge a Bouvines la coalizione formata dal re d’Inghilterra, dal duca di Fiandra e dall’imperatore tedesco.
Filippo IV il Bello riprende l’espansione conquistando la Fiandra di lingua francese e cercando di togliere l’Aquitania ai re d’Inghilterra. 

Durante il regno di Filippo avviene lo scontro con il papa Bonifacio VIII in nome di una nuova concezione del potere regio, indipendente dalla teocrazia pontificia. Dal 1309 al 1377 la sede papale viene spostata ad Avignone e viene fortemente condizionata dai re di Francia.
 

 

 


LA GUERRA DEI CENT'ANNI 

 

Quando diventa re Filippo VI, del ramo collaterale dei Valois, la Francia è il regno più esteso e popolato d’Europa; il tentativo del monarca di confi scare l’Aquitania provoca la reazione del re inglese Edoardo III che si proclama a sua volta re di Francia in quanto nipote di Filippo il Bello: inizia così la guerra dei Cent’anni (1337-1453).

 


 


Giovanna D'Arco. La prima parte del conflitto è militarmente a favore degli inglesi, i quali riescono a conquistare anche Parigi.
Nel 1429, grazie all’intervento di Giovanna d’Arco, la pulzella d’Orléans, la Francia passa  alla controffensiva. Carlo VII riprende possesso della capitale. Gli inglesi devono abbandonare il suolo francese nel 1453, mantenendo solo la città di Calais.
 

 

 

Alla fine della guerra la Francia è stremata ma ha conquistato, oltre
all’unità territoriale, anche una nuova e forte concezione della propria identità nazionale.

 


 

 


 

L'Europa feudale




L'EUROPA FEUDALE

 Cosa accadde dopo la morte di Carlo Magno?

Alla morte di Carlo Magno (814), l'impero fu ereditato dal figlio Ludovico, detto il Pio, che proseguì nell'opera paterna, continuando a collaborare con la Chiesa.

Cosa accadde dopo la morte di Ludovico il Pio?

Ludovico il Pio morì nell'840 e il territorio dei Franchi venne diviso fra i suoi tre figli secondo l'usanza germanica di suddividere il regno come se fosse una proprietà esclusiva del sovrano. I tre fratelli dopo aspre contese, nell'843, arrivarono all'accordo di Verdun, che assegnò: 
  •  a Carlo il Calvo la Gallia 
  • a Ludovico il Germanico l'area a est del fiume Reno
  • a Lotario una zona tra Francia e Germania detta Lotaringia oltre che a gran parte del Regno d'Italia







Come erano organizzati i tre regni al loro interno?

I tre regni erano indeboliti al loro interno  da un'aristocrazia sempre più potente e desiderosa di impadronirsi dei feudi, mentre nuove invasioni da Nord e dall'Est minaccivano l'Impero. (Clicca sopra l'immagine per ingrandirla)




I feudi diventano ereditari

L'atto finale della disgregazione dell'Impero fu compiuto dal re Carlo II il Calvo che nell'877 concesse ai vassalli, con il Capitolare di Quierzy, di lasciare il proprio feudo in eredità ai figli

Cosa accadde quindi dopo Quierzy? 

I nobili, essendosi ormai impossessati dei feudi che prima venivano loro solamente concessi, li trasformano in una realtà politica autonoma, non più dipendente dall'imperatore. Finisce così il Sacro Romano Impero carolingio e incomincia il periodo della società feudale.

Come era organizzata la società feudale?


LA FIGURA DEL CAVALIERE


 Intorno all’VIII secolo cominciò a diffondersi in Europa l’uso di combattere a cavallo. Questa pratica si affermò grazie all’arrivo dall’Asia della staffa. Con questo piccolo ma fondamentale accorgimento era possibile «puntellare» i piedi ed evitare di essere sbalzati di sella al primo scontro. I protagonisti di questa trasformazione furono i popoli nomadi germanici, i quali, a differenza dei Romani, erano eccellenti cavallerizzi.
Nei tre secoli successivi, i soldati a cavallo divennero professionisti della guerra legati da un vincolo di fedeltà al loro signore. Essi dovevano provvedere al proprio equipaggiamento, ossia procurarsi armi e armatura e un buon cavallo; per questo, in quel tempo di grande e diffusa povertà, poteva divenire cavaliere solo chi era abbastanza ricco e apparteneva alla nobiltà.

A partire dall’XI secolo, i cavalieri, fino ad allora quasi sempre analfabeti, divennero via via più colti e raffinati: la frequentazione delle corti dei Signori e l’adesione sempre più convinta ai precetti del cristianesimo ammorbidirono i loro modi violenti e spietati. La stessa Chiesa intervenne per frenare i loro eccessi, cercando di imporre loro un codice di comportamento morale e religioso. Così, anche per distinguere i veri cavalieri dai semplici predoni di strada, fu creato l’istituto della cavalleria. Chi entrava a farne parte doveva sottostare a una serie di regole: dalla cerimonia d’investitura al rispetto di alcune norme di comportamento.

Cavalieri e cavalleria nel Medioevo: come si diventava cavaliere


Era necessario seguire un percorso lungo ed elaborato. Così, all’età di sette anni, i figli di cavalieri e i figli cadetti dei feudatari (cioè coloro che non ereditavano il feudo in quanto non primogeniti) diventavano paggi, svolgevano cioè servizi domestici per i signori e per le dame di corte e cominciavano ad apprendere l’arte militare e le virtù cavalleresche nelle «scuole di cavalleria» dei castelli.



 
Più tardi, a partire dai quattordici anni, si mettevano al servizio di un cavaliere, accompagnandolo in battaglia o a caccia o nei tornei, e venivano addestrati all’uso delle armi e all’equitazione.
Verso i vent’anni erano pronti per l’investitura, ossia per la nomina ufficiale a cavaliere, che poteva avvenire dopo una battaglia, per il coraggio e l’abilità militare dimostrati o, in tempo di pace, in occasione di una pubblica cerimonia civile e religiosa.
Prima, però, lo scudiero doveva vegliare in preghiera (da qui il detto “Passare una notte in bianco”), confessarsi, partecipare alla messa e fare la comunione. Solo allora si svolgeva la cerimonia dell’investitura: il signore feudale o un alto prelato lo nominava ufficialmente cavaliere, dandogli un energico colpo sulla nuca, posandogli la spada su entrambe le spalle, mentre lui stava inginocchiato, e pronunciando la formula: «Nel nome di Dio, di san Michele e di san Giorgio, io ti faccio cavaliere»




IL CASTELLO

I feudatari difendono i loro territori. Nel corso del IX secolo l'Europa cristiana fu di nuovo assalita da una serie di devastanti invasioni da parte di nuove popolazioni che resero evidente l'incapacità dei re di difendere i loro territori.
Proprio per ricevere protezione dai signori feudali, molti abitanti delle campagne decisero di sottomettersi spontaneamente al loro potere.