Inventare un personaggio mitico dell'antica Grecia



L'INVINCIBILE FULMINIUS

 

Fulminius era il figlio di Zeus ed aveva un bellissimo cane di nome Zaptos. Fulminius era muscoloso, alto e i suoi capelli biondi come il sole gli lambivano le spalle. Aveva un arco con il quale scagliava saette e uno scudo rotondo. Viveva nell'Acropoli abbandona al centro della foresta dei Centauri. 
Fulminius appariva solo in caso di siccità e quando la terra diveniva arida e secca scagliava una saetta e provocava un temporale.
Il suo acerrimo nemico era il terribile Adros il distruttore, figlio di Ade e della dea Discordia. Adros poteva evocare dal sottosuolo gli scheletri dei morti e anime perdute.
Un giorno Fulminius vide, dall'alto della sua Acropoli, Adrus che stava distruggendo l'Olimpo aiutato dal suo esercito di scheletri. Tutti lo temevano perchè sapevano che chiunque lo avesse guardato negli occhi sarebbe diventato uno scheletro.
Fulminius volò sulla sua nuvola insieme al fidato Zaptos; atterrò sulla cima del monte Olimpo e lottò contro Adros. Intanto Zaptos, abbaiando, spaventò le nubi spingendole intorno agli dei per proteggerli. Quando Fulminius voltò lo sguardo verso Zaptos per assicurarsi che tutti fossero stati messi in salvo, Adros attaccò il figlio di Zeus facendolo cadere a terra. Zaptos, vedendo la scena, corse dal suo padrone per difenderlo.
Mentre Fulminius e Adros combattevano, tutti gli dei si riunirono per scagliare contro il figlio di Ade una parte della volta celeste. Fu così che Adros morì polverizzato. Fulminius ringraziò gli dei e tornò nell'Acropoli del bosco con Zaptos.
Il cratere lasciato sulla terra dalla caduta di una parte del cielo fu riempito di acqua da Poseidone, Nacque così il mar Mediterraneo






LA DOLCE MACALEA 

 

Macalea era una giovane ragazza bella e gentile con tutti. Viveva con la madre, la ninfa Melissa, e la sorella Euridice in una casa in riva al mare. Sua padre Achille era partito per la guerra di Troia e ogni giorno Macalea guardava il mare sperando di vedere la nave del padre. Un giorno, tornando dal mercato, passando vicino ad un alveare fu punta da una stranissima ape.
La mattina seguente, quando Macalea si specchiò nell'acqua della fonte vicino a casa, vide che il suo bracciò aveva un segno rosso, lo toccò e immediatamente si trasformò in un'ape dorata. Aveva occhi neri e grandi quanto due mele e uno strano elmo dorato sulla testa.
Il dio Poseidone, che amava Macalea, passava spesso a farle visita e quel giorno capì che la fanciulla aveva bisogno di aiuto. Quando però busso alla porta, Macalea volò via spaventata passando dalla finestra. La giovane ragazza aveva conosciuto Poseidone quando era andata a pescare. Pensava che se avesse lanciato l'esca in profondità avrebbe pescato pesci più grandi.  
Dopo che lanciò l'esca aspettò un po'di tempo e quando sentì tirare pensò di aver catturato un grande pesce. Macalea pescò invece un corallo. Poseidone, vedendo che uno dei sui prezziosi coralli era stato strappato, si adirò e rovesciò la barca sulla quale stava Macalea. Quando si accorse di aver gettato in mare una giovane ragazza si pentì e la salvò.
Quel giorno Poseidone vide Macalea scappare dalla finestra e per fermarla decise di far piovere. Macalea cadde così a terra e incominciò a piangere, ma Poseidone la consolò dicendo che l'avrebbe sempre amata. Il dio del mare decise inoltre di dare a Macalea un dono speciale in modo che tutti gli uomini potessero capire che, anche se non era più bella come prima, la sua bellezza consisteva nella dolcezza. Da quel giorno le api incominciarono a fare il miele.