Proposizione incidentale

 

 


 

PROPOSIZIONE

INCIDENTALE

 

Nella lingua scritta le incidentali sono segnalate da due virgole, da due trattini o dalle parentesi: domani mattina, ricordatevelo bene, ci troveremo davanti alla stazione; tutti i bambini – mi pare – hanno riportato i libri in biblioteca; quell’anno (me lo ricordo ancora) fece un caldo terribile.
 


In realtà la proposizione incidentale non è una frase indipendente, perché non ha autonomia di significato al di fuori del testo in cui è inserita. D’altra parte non si può nemmeno considerare una subordinata, per il fatto che non dipende sintatticamente da nessuna reggente.
 

Si distinguono due tipi di frase incidentale, le incidentali primarie e le incidentali secondarie.
 

Le incidentali primarie non presentano alcuna congiunzione introduttiva, come possiamo vedere dagli esempi seguenti: tutti, mi sembra, sono d’accordo con te; la cantante, così dicono, è fuggita con il baritono.
 

Le incidentali secondarie sono proposizioni subordinate di vario genere che si inseriscono all’interno della proposizione reggente e che sono introdotte dalle varie congiunzioni coordinative o subordinative: mia madre, pur sapendolo (subordinata concessiva), m’ha lasciato fare; la scuola, se ricordo bene (subordinata condizionale), chiude il 13 giugno.
 

I modi verbali usati nelle proposizioni incidentali sono molto vari e possono essere: 

  • l’indicativo: a volte – disse il maestro – la vita ci offre dei doni inaspettati;
  • il congiuntivo: la mamma, se lo sapesse, ne sarebbe contenta;
  • il condizionale: la gioia, io direi quasi un’estasi, ci inondò da capo a piedi;
  • l’infinito: Luigi, a pensarci bene, sarebbe un ottimo caporeparto;
  • il gerundio: il preside – volendo risultare simpatico – annullò le sospensioni

Proposizioni modali e aggiuntive

 

 


 

LA PROPOSIZIONE 

MODALE

 


Le subordinate modali hanno solo la forma implicita e si costruiscono con:

il gerundio: la donna camminava volando; Angelo fece la doccia cantando;

con + infinito: ci affascinava col suo incedere da donna d’altri tempi.
 

Quando il gerundio è negativo, la proposizione modale si trasforma in una proposizione subordinata esclusiva: non pensando, si avvicinò troppo al parapetto; non capendo, si lasciò irretire dallo splendido e accattivante eloquio del suo interlocutore.
 

Le proposizioni subordinate modali possono essere usate solo quando c’è identità di soggetto fra subordinata e reggente.

 


 

 LA PROPOSIZIONE

AGGIUNTIVA



Le subordinate aggiuntive hanno solo la forma implicita e si costruiscono con oltre a, oltre che + l’infinito: oltre a tenere la contabiltà, la segretaria si occupa anche dell’organizzazione logistica; oltre che assistere i feriti, la protezione civile ha continuato a scavare in cerca di eventuali superstiti

 

Proposizione relativa

 

 


 

 LA PROPOSIZIONE 

RELATIVA



Le relative svolgono la stessa funzione dell’attributo o dell’apposizione nella frase semplice. Allo stesso modo dell’attributo o dell’apposizione, esse raccontano qualcosa sull’antecedente.
Le relative sono introdotte da un pronome o un avverbio (che, il quale, dove ecc.) che richiama l’antecedente della reggente all’interno della subordinata relativa.

 


 

Una relativa può anche non avere l’antecedente ed essere retta dai pronomi doppi chi, chiunque e quanto. I primi due corrispondono a ‘colui che’, mentre il terzo a ‘tutto ciò che’: chi arriva primo, vince un CD; chiunque abbia commesso il fatto, sarà dichiarato colpevole; quanto è stato detto sulla scuola è assolutamente sbagliato.
 

Le proposizioni relative sono introdotte:

  • dal pronome invariabile che. Si usa come soggetto e come oggetto: ho comprato l’ananas, che ti piace tanto; la ragazza che ti ho presentato è mia sorella;
  • dal pronome invariabile cui. Si usa esclusivamente come complemento indiretto preceduto da una preposizione (a, di, da, per, con ecc.): questo è l’ufficio a cui devi rivolgerti per presentare la domanda d’iscrizione; ti presento il mio amico Peter di cui hai sentito tanto parlare; questa vecchia penna, da cui non mi separerò mai, l’ho comprata quando ero bambina;
  • dai pronomi il quale, la quale, i quali, le quali, variabili per genere e numero. Come complementi indiretti sono retti da una preposizione; vengono usati normalmente nel registro più formale o nella lingua scritta: ho visto l’assessore il quale mi ha confermato la sua disponibilità; hanno partecipato anche gli studenti con i quali avevamo già collaborato;
  • dall’avverbio relativo dove (anche preceduto dalla preposizione da): avremmo bisogno di un posto dove poter parlare in santa pace; la città da dove vengo, Firenze, è visitata ogni anno da migliaia di turisti appassionati d’arte rinascimentale.

 

Le relative possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.
 

Relative esplicite

Le relative esplicite sono costruite con:

  • l’indicativo, quando si vuole esprimere un fatto reale, certo: ricordo l’estate in cui siamo andati in Inghilterra;
  • il congiuntivo, quando si vuole dare alla frase una sfumatura di eventualità, possibilità: vorrei farti un regalo che ti piaccia davvero; vorrei un dolce che abbia poche calorie;
  • il condizionale, quando si vuole esprimere un desiderio: l’India è un Paese che vorrei visitare; questa è una faccenda che dimenticherei volentieri. Le relative (soprattutto quelle costruite con il congiuntivo) possono avere: 
  • valore finale: troveremo qualcuno che ti sappia insegnare il solfeggio;
  • valore causale: ho pensato a te, che sei così bravo in matematica;
  • valore consecutivo: non ci sono turisti in Italia che non vogliano provare la pizza;
  • valore condizionale: chi volesse partecipare all’assemblea, deve farlo presente fin da ora.

Relative implicite

Le relative implicite si costruiscono con: 

  • una preposizione + cui o quale + infinito: questa è la banca alla quale ci possiamo appoggiare per la transazione; non trovo un amico con cui partire in vacanza;
  • da + infinito: questa è la poesia da studiare a memoria (= che dobbiamo studiare a memoria); ho degli esercizi da fare a casa (= che devo fare a casa);
  • l’avverbio relativo dove + infinito: cerchiamo una casa dove andare a convivere;
  • a + infinito. In questo caso la frase relativa può avere come antecente un pronome numerale o indefinito (siamo in due a voler vedere un film di fantascienza; siamo in molti a pensarla nello stesso modo), gli aggettivi unico e solo (sei l’unica a prendere il caffè dopo cena), gli aggettivi primo, secondo, ultimo ecc. (siamo stati i primi a raggiungere la vetta). 

 


 

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Proposizioni limitative, eccettuative ed esclusive

 

 


 

LA PROPOSIZIONE 

LIMITATIVA

 

 


 

Le proposizioni limitative possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.
 

Limitative esplicite

Le limitative esplicite sono introdotte da: 

  • per quanto, a quanto + indicativo o congiuntivo: a quanto mi consta, il legale rappresentante non sono ancora io; per quanto possa valere, avete il mio appoggio;
  • per quel che, da quel che, a quel che + indicativo: per quel che mi riguarda, ho fatto tutto il possibile; da quel che vedo, non hanno ancora imparato nulla; a quel che che ho sentito, l’azienda starebbe per chiudere;
  • che + congiuntivo: che io sappia, soltanto Roberto e Lucia sono sposati.


Limitative implicite

Le limitative implicite sono costruite con a, da, per, in quanto a, quanto a + infinito: a criticare sono capaci tutti; per recitare in pubblico, è davvero portato.
Nell’italiano colloquiale è ammessa anche una costruzione con l’infinito semplice: capire capisce tutto; andare in pensione, non se ne parla affatto.

 

LA PROPOSIZIONE 

ECCETTUATIVA

 



Le eccettuative possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.
 

Eccettuative esplicite

Le eccettuative esplicite sono introdotte:

  • dalle locuzioni a meno che, salvo che, eccetto che, tranne che, fuorché + congiuntivo: partirà con il volo delle otto, salvo che non ci siano scioperi; non ci sarà pace in Medioriente, a meno che non avvenga un miracolo

L’indicativo è usato meno frequentemente, soprattutto se si vuole esprimere un’idea di certezza: telefonami domani, a meno che non decidi di partire stasera;

  • dalla locuzione se non che + indicativo: ci dovevamo incontrare in piazza Duomo, se non che Caterina non è venuta.

 

Eccettuative implicite

Le eccettuative implicite sono introdotte da salvo che, eccetto che, tranne che, se non che, a meno di + infinito: sono disponibile a fare qualsiasi cosa, tranne che cucinare; verremo a trovarvi stasera, a meno di non rimanere intrappolati nel traffico.
In forma implicita le eccettuative sono possibili solo nel caso in cui il soggetto della subordinata sia lo stesso di quello della reggente

 

LE PROPOSIZIONI 

ESCLUSIVE

 

 

 

Le proposizioni esclusive possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.
 

Esclusive esplicite

Le esclusive esplicite si costruiscono con senza che + congiuntivo: abbiamo cenato senza che tu abbia detto una parola.
 

Esclusive implicite

Le esclusive implicite si costruiscono con:

  • senza + infinito: suonò il pezzo senza mai guardare lo spartito;
  • non + gerundio: le passò accanto, non vedendola e non sentendola

 

 




 

Proposizione comparativa

 


 

LA PROPOSIZIONE

COMPARATIVA 

 

  


Le proposizioni comparative hanno la stessa funzione del secondo termine di paragone di una comparazione, mentre la reggente corrisponde al primo. Possono essere di maggioranza, di minoranza o di uguaglianza; esplicite e implicite.



Comparative di maggioranza

Le comparative di maggioranza esplicite sono introdotte da che, di quanto, di quello che, di come ecc.; nella reggente troviamo gli elementi correlativi più o meglio.
Il modo verbale è:

  • l’indicativo: il cibo della mensa è meglio di quello che mi hanno detto;
  • il congiuntivo: sono stati più educati di quanto immaginassi;
  • il condizionale: questo conflitto dura più a lungo di quanto avrei immaginato.

 

Le comparative di maggioranza implicite sono costruite con più che, piuttosto che, piuttosto di + infinito: più che studiare, perde tempo; piuttosto di ascoltarti, esco.
 

 

Comparative di minoranza

Le comparative di minoranza sono introdotte da che, di quanto, di quello che, di come ecc.; nella reggente troviamo gli elementi correlativi meno o peggio.
Il modo verbale è: 

  • l’indicativo: ha scritto meno di quello che gli avevo chiesto;
  • il congiuntivo: hai fatto peggio di quanto mi aspettassi;
  • il condizionale: questo film è meno noioso di quanto avrei pensato.

 

 

Comparative di uguaglianza

Le comparative di uguaglianza hanno soltanto la forma esplicita e sono introdotte da come, tanto, quale; nella reggente troviamo gli elementi correlativi così, tanto, tale.
Il modo verbale è: 

  • l’indicativo: il mare non è tanto profondo come sembrava;
  • il condizionale: siamo andate a fare shopping con tanto impegno, proprio come avresti fatto tu

 


 

Comparative di analogia

Le comparative di analogia stabiliscono con la reggente un rapporto di confronto più generico, senza andare sul piano della comparazione di maggioranza, minoranza o uguaglianza (più, meno, come), ma rimandando a una relazione di analogia con quanto affermato nella reggente. Esse sono introdotte da come, nel modo in cui, secondo che e si costruiscono con il verbo:

all’indicativo, quando l’analogia è sentita come reale: scrivi come parli; l’ufficio è davvero disorganizzato, come dicono tutti; la loro storia d’amore è andata come immaginavamo;

al condizionale, quando si vuole esprimere un’analogia ipotetica: il paziente non sta rispondendo alle cure come dovrebbe; il lavoro non è stato fatto nel modo in cui avrei voluto.
 

In queste frasi l’elemento correlativo così della reggente è in genere sottinteso: fa’ così come credi➞fa’ come credi.
Esistono anche le comparative di analogia con una forte sfumatura ipotetica. In questo caso sono costruite con come se, come, quasi che + congiuntivo: mi guardava come se non mi riconoscesse; ballammo quel valzer come fosse il primo della nostra vita

 





 

Proposizione avversativa

 




LA PROPOSIZIONE

AVVERSATIVA



Le proposizioni avversative possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.

Avversative esplicite

Le avversative esplicite – introdotte da quando, mentre (anche rafforzate dall’avverbio invece), laddove – hanno il modo verbale: 

  • all’indicativo: a casa fa freddo, mentre fuori sembra primavera;
  • al condizionale, quando la circostanza è in forma ipotetica: sei ancora a letto, quando dovresti essere già al lavoro.



Avversative implicite

Le avversative implicite sono introdotte dalle locuzioni invece di, in luogo di, al posto di, anziché, nonché + infinito: dovreste andare d’accordo, anziché litigare tutto il giorno; organizziamo qualcosa invece di annoiarci tutto il giorno.

L’avversativa implicita può essere sostituita da una proposizione comparativa introdotta da piuttosto che con valore avversativo: dovreste andare d’accordo, piuttosto che litigare tutto il giorno.

 

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Temporale o avversativa?

Proposizione temporale

 




PROPOSIZIONE TEMPORALE



Il rapporto temporale che intercorre tra la proposizione subordinata e la reggente può essere di tre diversi tipi:

  • il rapporto di contemporaneità, quando il fatto espresso nella reggente avviene contemporaneamente a quello espresso nella subordinata temporale: quando abitavo a Parigi, avevo molti amici stranieri;

  • il rapporto di anteriorità, quando il fatto espresso nella reggente avviene prima di quello espresso nella subordinata temporale: mi piacerebbe cenare con te prima che tu parta;

  • il rapporto di posteriorità, quando il fatto espresso nella reggente avviene dopo quello espresso nella subordinata temporale: dopo che abbiamo finito di lavorare, ci beviamo un tè.

Le proposizioni temporali possono essere distinte, inoltre, in esplicite o implicite.


Temporali esplicite

Le proposizioni temporali esplicite si distinguono in base al rapporto temporale che le lega alla reggente:

  • quando esprimono contemporaneità si costruiscono con quando, mentre, al momento che, al tempo in cui ecc. + indicativo: mentre passeggiavo in centro, ho incontrato Roberto;

  • quando esprimono anteriorità, si costruiscono con prima che + congiuntivose ne sono andati prima che iniziasse la festa;

  • quando esprimono posteriorità, si costruiscono con dopo che, una volta che, (non) appena (che) + indicativo: dopo che ebbe cantato l’ultima canzone, se ne andò.


Temporali implicite

Le proposizioni temporali implicite si distinguono in base al rapporto temporale che le lega alla reggente.

  • quando esprimono contemporaneità si possono costruire con il gerundio presente (andando a scuola, abbiamo incontrato Emma) o con al, nel, col, sulinfinito (al sentire quelle parole, svenne; nel riflettere credo di essermi dimenticato della questione principale);

  • quando esprimono anteriorità, si costruiscono con prima di + infinito: ascoltami bene, prima di prendere una decisione;

  • quando esprimono posteriorità, si costruiscono con dopo + infinito passato (dopo aver letto l’ultima pagina, chiuse gli occhi) oppure con il participio passato, usato da solo o introdotto dalle locuzioni una volta, (non) appena (arrivati in cima al monte, ci fermammo a fare un pic nic; una volta finita la scuola, ce ne andremo al mare).




Proposizione concessiva

 

 

 


 

PROPOSIZIONE

 CONCESSIVA

 

Le proposizioni concessive possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.

 


Concessive esplicite

Le concessive esplicite si costruiscono con:

  • le congiunzioni benché, sebbene, nonostante, malgrado, quantunque ecc. + congiuntivo: sebbene sia stanco, quando torna dall’ufficio, gioca con i suoi figli; benché non ne abbia la minima voglia, verrò in discoteca con voi; malgrado tutto, ti amo;
  • le locuzioni anche se, neanche se, nemmeno se + indicativo: non vanno d’accordo, anche se sono cresciuti insieme; non ti accompagno, nemmeno se mi preghi;
  • pronomi o aggettivi indefiniti come chiunque, qualunque ecc. + congiuntivo: chiunque avesse buon senso, ne approfitterebbe; qualunque cosa dica, non capirà;
  • da avverbi come ovunque, dovunque + congiuntivo: ovunque io vada, lui mi segue.

Quando la concessiva esprime un’eventualità, un dubbio o un parere personale il verbo è al condizionale: verrò con voi, anche se mi piacerebbe restare a casa.
 

Concessive implicite

Le concessive implicite si costruiscono con:

  • pure (pur), anche + gerundio: pur essendo bella, non si dà mai troppe arie;
  • benché, pure, sebbene, quantunque + participio passato: benché esausto, si concesse un’ultima partita;
  • la locuzione a costo di + infinito: ti accompagnerò io, a costo di non dormire.

 

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Concediti una concessiva

 

Periodo ipotetico

 


 

IL PERIODO IPOTETICO 

 

Nel periodo ipotetico la frase condizionale è chiamata anche pròtasi (dal greco prótasis, ‘premessa’) e la reggente è chiamata apòdosi (dal greco apódosis, ‘conseguenza’):


 


Il periodo ipotetico può essere di tre tipi:

  • della realtà 
  • della possibilità 
  • dell’irrealtà
 
Periodo ipotetico della realtà
 
 

Nel periodo ipotetico della realtà l’ipotesi, espressa dalla proposizione condizionale, è data per certa e sicura.
Il tempo della protasi e dell’apodosi è dunque l’indicativo che, come sappiamo, è il tempo della certezza e dell’obiettività.



A volte, nell’apodosi, il verbo può essere all’imperativo; in questo caso il modo della protasi resta l’indicativo: se per caso vedi Cristina, dille che la stiamo cercando da un’ora.

Periodo ipotetico della possibilità
 
 


Nel periodo ipotetico della possibilità l’ipotesi è presentata come possibile, perché quanto espresso nella protasi non è si è verificato, ma potrebbe ancora verificarsi.
 
Il tempo del verbo è:
  • nella protasi: il congiuntivo imperfetto;
  • nell’apodosi: il condizionale presente, l’imperativo e, a volte, l’indicativo



Periodo ipotetico della irrealtà




Il periodo ipotetico dell’irrealtà si ha quando l’ipotesi è presentata come qualcosa di irrealizzabile o come qualcosa che avrebbe potuto accadere ma non è accaduto.
I tempi dei verbi si distinguono a seconda che l’ipotesi sia riferita al presente o al passato.
 
  • Ipotesi irrealizzabile nel presente: protasi con verbo al congiuntivo imperfetto; apodosi con verbo al condizionale presente.
 
  • Ipotesi irrealizzabile nel passato: protasi con verbo al congiuntivo trapassato; apodosi con verbo al condizionale passato




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Proposizione condizionale

 

 


 

LA PROPOSIZIONE

CONDIZIONALE 

 

Le subordinate condizionali possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.

 


Condizionali esplicite

Le condizionali esplicite sono introdotte:

  • dalla congiunzione se + indicativo, quando si vuole esprimere un’ipotesi certa: se chiami la baby sitter, stasera andiamo al cinema;
  • dalla congiunzione se + congiuntivo, quando si vuole esprimere un’ipotesi possibile oppure irreale: se chiamassi la baby sitter, stasera potremmo andare al cinema; se avessi chiamato la baby sitter, saremmo potuti andare al cinema;
  • dalle congiunzioni qualora, purché: ti aiuteremo, purché tu decida di continuare gli studi; qualora volesse accertarsene di persona, saremo a sua completa disposizione;
  • dalle locuzioni ammesso che, posto che, a condizione che, a patto che, nel caso che ecc. + congiuntivo: ammesso che arrivi presto, Lea sarà dei nostri; a patto che tu sia sincero, avrai il mio appoggio; nel caso che piova, la festa di compleanno sarà rimandata.

 

Condizionali implicite

Le condizionali implicite si costruiscono con:

  • il gerundio: andando a letto così tardi, non riuscirai mai a svegliarti presto;
  • il participio passato (con o senza se): (se) gestita meglio, la mensa funzionerebbe egregiamente;
  • a + infinito: a pensarci bene, sarebbe preferibile cambiare programma.

 

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Non lasciarti condizionare!

Proposizione consecutiva

 

 


 

LA PROPOSIZIONE 

CONSECUTIVA 

 


Le proposizioni consecutive sono spesso precedute, nella reggente, da un elemento introduttivo, detto anche antecedente, che “anticipa” la conseguenza espressa dalla consecutiva:

 


 

Gli elementi introduttivi o antecedenti possono essere: 

  • avverbi come così, tanto, talmente ecc.
  • aggettivi come tale, simile, siffatto ecc.

 

La consecutiva può essere di forma esplicita o implicita. 

 

 Consecutiva esplicita

La consecutiva esplicita è introdotta:

  • dalla congiunzione che, quando nella reggente c’è un elemento introduttivo: Elena è così brava che meriterebbe un regalo;
  • dalle congiunzioni cosicché, sicché ecc., senza l’elemento introduttivo nella reggente: si rivolse alla giovane donna in malo modo, cosicché la costrinse a volgere lo sguardo altrove; sono uscito da lavorare molto tardi, sicché non posso più venire al cinema;
  • dalle locuzioni tanto che, di modo che, al punto che ecc., senza l’elemento introduttivo nella reggente: vorrei che tu studiassi di modo che la nostra estate non venga rovinata da un ennesimo corso di recupero.

 

La consecutiva esplicita è retta dal verbo:

  • all’indicativo: il paesaggio era così bello che non potevo smettere di ammirarlo;
  • al congiuntivo, quando la conseguenza è possibile o eventuale: dovete parlare cosicché tutti possano capirvi;
  • al condizionale, quando la conseguenza si può realizzare solo a certe condizioni (anche implicite): sono così felice che abbraccerei il mondo intero dalla gioia

 

 Consecutive implicite

Le consecutive implicite sono costruite con le preposizioni per, da + infinito: ero troppo stanco per uscire; fu talmente veloce da vincere il primo premio.
La costruzione implicita è possibile anche quando i soggetti della reggente e della consecutiva non coincidono: era così caldo che decisi di farmi un bagno

 

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Consecutivamente 

Proposizione finale

 


 

LA PROPOSIZIONE 

FINALE


Le proposizioni finali possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.
 

 


Finali esplicite

Le finali esplicite – introdotte dalle congiunzioni o locuzioni perché, affinché, in modo che, acciocché, onde – hanno il verbo:

al congiuntivo presente, quando nella reggente il verbo è al presente o al futuro e lo scopo a cui si tende riguarda il presente o il futuro: vi alleno duramente, perché vinciate la maratona;

congiuntivo imperfetto, quando nella reggente il verbo è al passato e lo scopo riguarda il passato: vi ho allenato duramente, perché vinceste la maratona

 

Finali implicite

Le finali implicite sono molto più usate delle finali esplicite.
Esse sono introdotte:

dalle preposizioni per, a, da + infinito: protesto per difendere i miei diritti; Fabio è andato a pettinarsi; la mamma mi ha lasciato da mangiare per un mese;

dalle locuzioni al fine di, allo scopo di, in modo di, onde + infinito: vado in Francia allo scopo di migliorare il mio francese; è meglio andarsene onde evitare il peggio

 


 

Proposizione causale

 




LA PROPOSIZIONE 

CAUSALE


Le proposizioni causali possono essere esplicite o implicite. Questi due tipi di costruzione seguono regole ben precise che qui di seguito vi descriviamo.



Causali esplicite

Le causali esplicite sono introdotte:

dalle congiunzioni perché, poiché, giacché, siccome, che ecc.;

dalle locuzioni per il fatto che, dal momento che, visto che, considerato che ecc.

Le causali esplicite hanno il verbo:

all’indicativo, nella maggioranza dei casi: potresti accompagnarmi, visto che stai andando a casa; mi sento triste, perché la violenza non ha mai fine;

al congiuntivo, solo per esprimere una causa che non è reale: non è venuta a scuola, non perché sia ammalata, ma perché non ha fatto i compiti;

al condizionale, per esprimere una causa potenziale o per attenuare il tono di una richiesta o di un’affermazione: portati la giacca a vento, perché potrebbe fare freddo; vi ho chiamati perché potrebbe essere l’ultima volta che vi vedo.



Causali implicite

Le causali implicite sono costruite con:

per + infinito: mi ha ringraziato per averlo aiutato;

il gerundio: essendo tornata, decise di chiamarlo immediatamente;

il participio passato: disturbato da tutti, non sono riuscito a concentrarmi

 

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Proposizioni interrogative indirette

 



PROPOSIZIONI 

INTERROGATIVE INDIRETTE



Le interrogative indirette possono dipendere da: 

verbi che esprimono una domanda come chiedere, domandare, informarsi ecc.: gli ho chiesto dove potrei trovare un ristorante aperto;

da verbi e locuzioni verbali che esprimono un dubbio come dubitare, ignorare, non sapere, essere certo, non capire ecc: non capisco quale sia il problema; ignoro dove siano diretti;

da verbi e locuzioni verbali di significato dichiarativo come dire, sapere, pensare, far sapere ecc.: dimmi che cosa state facendo; fateci sapere dove dobbiamo andare.

Le interrogative indirette sono introdotte:

da un pronome o un aggettivo interrogativo: ti ho chiesto con chi stavi parlando; dimmi quali libri ti devo comprare;

da un avverbio o da una locuzione avverbiale interrogativa: fammi sapere quando parti; ditemi perché siete così agitati;

dalla congiunzione se: mi domando se ho fatto bene.

Le interrogative possono essere esplicite o implicite.


Interrogative esplicite

Le interrogative esplicite possono avere il verbo:

all’indicativo: mi domando perché l’ho fatto;

al congiuntivo, soprattutto quando si vuole mettere in risalto un dubbio, un’incertezza contenuti nella frase: non chiedetemi dove siano andati a finire i vostri quaderni;

al condizionale, quando si vuole esprimere la dipendenza da una condizione: mi chiedo che cosa avresti fatto al posto mio.


Interrogative implicite

Le interrogative implicite sono introdotte dagli stessi pronomi, avverbi e congiunzioni

delle interrogative esplicite, ma hanno il verbo all’infinito: dimmi che fare di questo vecchio divano; non so quale libro leggere; mi chiedo se stare qui o andare via.

 

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